PROTEZIONE DEI DATI

Privacy, l’Europa punta a un enforcement per Google & Co.

Viviane Reding commissario alla Giustizia Ue: “Regole europee anche per le aziende straniere attive sul Vecchio continente”. Primo passo verso la riforma protezione dei dati

Pubblicato il 06 Giu 2014

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Google, Facebook & company devono rispettare le regole dell’Europa sulla privacy: lo hanno deciso i ministri dei Paesi membri dell’Unione europea, anche se rimangono divisi su come agire per far rispettare queste norme.

“Tutte le aziende che operano sul suolo europeo devono applicare le sue regole” ha detto il Commissario alla Giustizia della Ue, Viviane Reding, dopo il vertice con i ministri in Lussemburgo.

“È giunto il momento che i ministri europei diano una risposta positiva all’allarme lanciato da Edward Snowden” ha aggiunto Reding, con riferimento ai programmi di sorveglianza degli Usa svelati dall’ex contractor della National security agency americana.

L’intesa per costringere le Internet companies come Google e Facebook a rispettare la normativa Ue è il primo passo verso una più ampia riforma tesa a rendere più restrittive le regole sulla privacy, una questione che ha acquistato rilevanza proprio dopo le rivelazioni sull’attività di spionaggio Usa in Europa.

La riforma della protezione della privacy, approvata dal parlamento europeo a marzo, ha però diviso i 28 governi Ue ed è ancora necessario un lungo lavoro prima che diventi legge. Per esempio è ancora da definire come aiutare le aziende a non dover trattare con 28 autorità diverse per la protezione dei dati.

La questione è emersa dopo che la Corte di giustizia europea ha ingiunto a Google di rimuovere i link ad un articolo di giornale di 16 anni fa su un caso di bancarotta in Spagna.

Da allora il motore di ricerca, dopo aver messo a disposizione un modulo da compilare online per inoltrare le richieste, ha ricevuto dai cittadini europei più di 41mila richieste di rimozione di link a loro riferiti. Secondo le regole attuali deve trattare con ciascuna autorità nazionale. Un compromesso potrebbe prevedere che le companies trattino esclusivamente con l’autorità per la privacy del paese europeo dove hanno la sede più importante.

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