Un altro rinvio, ma le prime indicazioni positive, molto attese dagli investitori, per la ristrutturazione del debito e di conseguenza l’approvazione del bilancio di Tiscali. L’obiettivo è sempre quello di salvare l’azienda dal fallimento.
Il traguardo ora sembra a un passo, per il travagliato provider sardo, ma richiederà qualche sforzo in più. Lo si apprende da una nota mandata dalla società nella notte di lunedì, al termine di un consiglio di amministrazione fiume, che era cominciato alle 18.
Da una parte, niente da fare: ancora non ci sono gli elementi per l’approvazione del bilancio 2013 (l’ultimo disponibile si ferma a settembre), visto che non c’è la sicurezza di poter ristrutturare il debito accumulato con le banche: in particolare 108 milioni che andrebbero rimborsati già a luglio, più 29 milioni che scadono a luglio 2015. Il debito totale netto ammontava a 198 milioni di euro ad aprile, contro i 5 milioni di euro rimasti in cassa. Tiscali è impegnata in una febbrile trattativa con le banche per allungare le scadenze dei rimborsi. Senza una proroga, insomma, l’azienda fallirebbe.
Dall’altra, il consiglio di amministrazione “ha preso atto dei positivi riscontri, seppur condizionati e non vincolanti, ricevuti da una maggioranza di senior lenders (banche, Ndr.) pari a circa l’84% del loan (prestito, Ndr), relativamente alla proposta operazione di ristrutturazione dell’indebitamento finanziario senior derivante dal Group Facilities Agreement sottoscritto in data 2 luglio 2009 (il GFA), approvandone i contenuti”. Quindi, il consiglio “ha rinviato l’approvazione del suddetto progetto di bilancio a prossima riunione consiliare, che sarà tenuta in data 13 giugno 2014, al fine di consentire il completamento dellarelativa documentazione, anche in funzione delle valutazioni relative all’implementazione della summenzionata operazione e al processo negoziale ancora in corso in difetto dell’unanimità dei consensi dei senior lender”.
Insomma c’è una apertura- ancora da verificare- da parte delle banche a concedere una proroga per almeno buona parte del debito.
“Il Consiglio di Amministrazione ha dato mandato al Presidente e Amministratore Delegato di porre in essere tutte le necessarie iniziative, ivi incluso l’eventuale ricorso all’istituto di diritto inglese denominato Scheme of Arrangementprevisto dal Companies Act 2006, che permetterebbe di dar corso alla ristrutturazione dell’indebitamento derivante dal GFA con il voto favorevole di una maggioranzaqualificata pari ad almeno il 75% per valore e alla maggioranza per teste dei creditoripresenti e votanti nell’ambito del relativo procedimento da avviarsi presso lacompetente corte inglese”, si conclude la nota.
Il mercato ha creduto nei giorni scorsi in un accordo con le banche, tanto che lunedì il titolo di Tiscali è cresciuto del 6,57%. La società continua a bruciare liquidità (finora ha accumulato perdite per 240 milioni di euro e a settembre risulta un patrimonio netto negativo per 150 milioni di euro), ma si sostiene grazie alla redditività industriale (oltre che grazie alle banche): nei primi nove mesi del 2013 ha avuto ricavi per 168 milioni di euro, con un margine operativo lordo di 43 milioni. A dare il colore rosso ai conti sono gli ammortamenti, le svalutazioni e gli interessi sul debito, così l’ultimo bilancio, a settembre 2013, si è chiuso con una perdita di 3,4 milioni di euro.
Adesso un’altra settimana di trattative, per salvare l’azienda.