Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo sono pronti ad attivare, dal 15 giugno prossimo, la scissione non proporzionale di Telco, il veicolo che ha il 22,4% di Telecom entrando in possesso delle azioni direttamente. Oggi, scrive Il Messaggero, la decisione dovrebbe essere presa dal consiglio del Leone di Trieste. Dopo l’uscita dei tre soci italiani, probabilmente Telco dovrebbe rimanere al 100% in mano a Telefonica che, in trasparenza equivale al 14,8% Telecom.
Secondo il patto Telco, con il “liberi-tutti”, il gruppo spagnolo sarà tenuto a sborsare 60 milioni agli altri partner. Oggi a Roma si riunisce il cda di Generali, socio al 19,3% di Telco (4,3% diretto in Telecom): dando seguito alle parole del presidente Gabriele Galateri, l’Ad Mario Greco si dovrebbe far attribuire i poteri per procedere alla scissione da attuare dal 15 al 30 giugno. Il cda non dovrebbe invece, procedere alla vendita della Bsi a Btg Pactual: il negoziato in esclusiva da parte dei brasiliani sarebbe ancora in corso.
Con la scissione di Telco, ciascun socio si porterà la quota parte di azioni Telecom e parte del debito. In particolare, il veicolo comune scinderà in una newco, creata ad hoc da Generali, il 4,3% di azioni Telecom fra le attività e, tra le passività, la quota parte (338 milioni) del bond da 1,750 miliardi sottoscritto dai soci e 135 milioni dei 700 del finanziamento a carico sempre dei soci. Si diceva poi dell’onere a carico di Telefonica a seguito della scissione: gli spagnoli devono corrispondere a ciascun socio Telco un indennizzo per la minor capitalizzazione derivante dalla mancata esecuzione del secondo aumento di capitale, pari a 60 milioni moltiplicati per il numero di azioni A possedute dal socio in rapporto al numero totale di azioni A emesse. In base a questo calcolo a Generali spetterebbero 34 milioni, mentre a Mediobanca e Intesa 13 milioni a testa.
Intanto oggi l’Ad di Telecom Marco Patuano ha annunciato che il cda si terrà il 26 giugno a Roma. “L’ordine del giorno – ha però precisato – non è ancora definito”. L’Ad ha poi ha ricordato, a margine di un convegno, che la vendita della quota di controllo di Telecom Argentina da parte di Telecom Italia, annunciata a fine 2013, “sta andando avanti”, “manca solo l’autorizzazione della Secom, l’equivalente della nostra Agcom”.
“Sono stato recentemente in Argentina ed ho parlato con l autorità: l’iter sta seguendo il percorso autorizzativo e anche se con le autorità è difficile avere una data certa, non ci sono motivi ostativi”, ha spiegato Patuano.
Sul fronte barsiliano, l’Ad ha ricordato che il Cade (l’antitrust brasiliano) la scorsa settimana “si è pronunciato su un aspetto marginale della vicenda, ossia la multa: c’è stata quindi una sovralettura, da questo punto di vista non c’è nessuna novita'”.
Per quanto riguarda Telecom, Patuano ha sottolineato che “nel caso fosse confermato il break up di Telco (con l’uscita degli azionisti italiani e la crescita di Telefonica nel capitale, ndr) bisognerà darne comunicazione alle autorità brasiliane ed argentine: si tratta di un percorso di notifica e quindi aspettiamo”.