TELECOM ITALIA

Telco, il break up indebolisce Telefonica

Con la decisione del cda di Generali di uscire dalla holding si accelera sullo scioglimento. Pronte a uscire anche Intesa Sanpaolo e Mediobanca. E gli spagnoli da soli non avrebbero la forza di “intervenire” sulle operazioni relative a Telecom

Pubblicato il 12 Giu 2014

crisi-111212161910

Parte il conto alla rovescia per lo scioglimento di Telco. Ieri di Generali ha deliberato di esercitare l’opzione di scissione da Telco, dando mandato all’amministratore delegato del gruppo di definire le modalità specifiche per l’uscita. Una scelta che era nell’aria e che fa il paio con quella di Mediobanca che lo scorso anno ha deciso l’uscita da Telco, approvando il piano triennale che prevede le uscite da tutti patti, Telco compresa. Stesso copione per Intesa Sanpaolo che intende cedere tutte le partecipazioni non strategiche.

Ovviamente il processo non sarà immediato dato che a partire dalla finestra di giugno saranno necessari sei mesi per perfezionare la scissione. Scissione che, come evidenzia il Sole 24 Ore, indebolirà soprattutto Telefonica che si ritroverà sola con il 14,8% del capitale. Troppo poco per dettare la linea dato che Alierta dovrà fare i conti col mercato, che dall’ultima assemblea di Telecom è di fatto il primo azionista di Telecom.

Con quel pacchetto di azioni, Telefonica ha margini di manovra molto ridotti: non è rappresentata nel cda; non ha i numero sufficienti per dire la sua in tema di operazioni straordinarie per Telecom perché non rappresenta una minoranza di blocco nella assemblee straordinario, dove si delibera con i 2/3.

Strada in salita dunque per Telefonica. Tanto più alla luce della recente bocciatura del ricorso di Telefonica contro il provvedimento del Cade che imponeva al gruppo di Alierta di scendere dal 66% al 46% di Telco. Provvedimento che complica ulteriormente il quadro di scissione di Telco per gli spagnoli.

Oggi il presidente del Cdg di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro ha fatto sapere che “Carlo Messina, Ceo di Intesa SanPaolo non rilascia dichiarazioni su aziende quotate”.

Per Equita Sim “lo scioglimento del patto Telco è da tempo un catalizzatore positivo per Telecom” “Riteniamo – spiegano gli analisti- che l’evento incrementi l’appeal speculativo di Telecom, anche in funzione del controllo ‘instabile’ post scissione”.

Ubs evidenzia che “anche Mediobanca e Intesa Sanpaolo hanno indicato la loro intenzione di uscire da Telco, anche se le tempistiche restano incerte. La visibilità è molto bassa, ma vediamo due scenari possibili”. Nel primo, proseguono gli esperti, “il patto sarà sciolto per la fine del 2014”, mentre nel secondo Telco “sarà sciolto alla scadenza, ovvero il 28 febbraio 2015”. Comunque, gli analisti pensano che “la struttura di controllo di Telecom probabilmente resterà instabile nei prossimi 6/18 mesi”. In questo scenario, prosegue Ubs, ci sono due principali variabili da monitorare, ovvero “l’evoluzione dello scenario M&A in Brasile” e “la visione del Governo italiano sul futuro di Telecom e sull’accesso alla rete”.

Secondo Banca Akros la prossima uscita di Generali da Telco, “ampiamente attesa”, e possibili decisioni simili da parte di Intesa Sanpaolo e Mediobanca creano da un lato “un potenziale overhang sul titolo” Telecom sul 7,5% del capitale, “anche se probabilmente in un periodo di tempo diluito”, ma dall’altro lato “aumentano l’appeal speculativo, con il maggior azionista, Telefonica, in una situazione particolare: una quota del 15%, nessuna rappresentanza in Cda, interessi specifici in Brasile”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati