La Federal Communications Commission americana ha intenzione di aprire un dossier sugli accordi tra Netflix e gli Internet service provider come Verizon e Comcast sulla gestione del traffico Internet. Il presidente della Fcc Tom Wheeler ha spiegato che la commissione teme che i consumatori non ricevano una qualità del servizio corrispondente a quanto pagano, se gli Isp danno priorità ai contenuti di grandi fornitori come Netflix con cui hanno importanti accordi commerciali.
“Il nodo è semplice: occorre chiarire se gli Isp che forniscono la connettività sull’ultimo miglio stiano mettendo in posizione di svantaggio alcuni fornitori di contenuti a beneficio di altri e di conseguenza danneggino alcuni consumatori a vantaggio di altri”, ha detto Wheeler.
Grandi content provider come Netflix pagano infatti gli Isp per portare i loro contenuti al consumatore in modo veloce e senza interruzioni. Questi accordi commerciali, detti di “peering” o di “interconnection”, non ricadono nei poteri regolatori della Fcc. Ma la commissione, pur chiarendo di non voler per ora regolamentare questi accordi (come vorrebbero i content provider come Netflix, per evitare di continuare a pagare alte cifre agli Isp), ha chiesto comunque al suo staff di farsi dare da una serie di Internet service provider e content provider (specialmente nel settore dei video) le informazioni necessarie per “capire con precisione che cosa stia accadendo e valutare se vi sia un danno per i consumatori”.
“I consumatori devono capire che cosa succede quando il fornitore del servizio di connessione Internet cui sono abbonati non fornisce loro in modo adeguato i contenuti che desiderano, specialmente se sono contenuti che pagano”, ha dichiarato Wheeler.
Netflix si è detta soddisfatta della decisione della Fcc, che considera un passo verso la “trasparenza”: “Gli americani meritano di godere della velocità e della qualità della connessione Internet per la quale hanno pagato”, ha detto il portavoce dell’azienda.
Diverso il punto di vista degli Isp. Per At&t, le telco sono quelle che portano il servizio al cliente finale, e “qualcuno deve pagare per questo servizio”, ha detto il portavoce dell’azienda. “Noi paghiamo un sacco di soldi per mettere i contenuti in mano all’Isp“, ha ribattuto Netflix. “Tutto quello che chiediamo è che gli Isp aprano le porte. Attualmente c’è un collo di bottiglia”. E’ proprio quello che la Fcc intende chiarire.