Unione europea e Corea del Sud uniscono le forze per le reti di ultimissima generazione, quelle del 5G – ed è una cooperazione che per la prima volta coinvolge pienamente anche l’industria. L’intesa per lo sviluppo del 5G è stata firmata a Seoul dal commissario Ue all’Agenda digitale Neelie Kroes, che l’ha definita “miliare”, e dal ministro sudcoreano per la scienza e la tecnologia Mun-Kee Choi.
“Questa è la prima volta che autorità pubbliche si sono messe insieme in questo modo, con il sostegno dell’industria, per portare avanti il processo di standardizzazione”, ha dichiarato la Kroes, aggiungendo che “la dichiarazione odierna invia un segnale del nostro impegno a essere leader digitali a livello globale”.
L’accordo prevede la creazione di un gruppo congiunto che svilupperà sistemi, definirà standard e preparerà frequenze radio per ospitare la nuova tecnologia. L’obiettivo è di arrivare a una vision globale sul 5G entro la fine del 2015. Ue e Corea del Sud hanno sottolineato infatti la necessità di uno spettro radio armonizzato per assicurare l’interoperabilità globale, elemento chiave per lo sviluppo del 5G.
Ue e Corea approfondiranno poi in particolare la collaborazione sulle reti e sul cloud computing e organizzeranno bandi comuni per progetti di ricerca da lanciare nel 2016.
La partnership sarà guidata da due gruppi: l’europeo 5G PPP, che ha sede in Belgio e include le aziende del settore telecom europeo (come Telecom Italia, Deutsche Telekom, Orange, Telefonica, Nokia, Alcatel-Lucent, Atos e Telenor) e dalla sua controparte coreana, il 5G Forum.
L’intesa di oggi risponde così alle preoccupazioni espresse da molte aziende europee per il ritardo che l’Europa sta accumulando sulla tecnologia mobile rispetto ad altre regioni del mondo. La corsa al 5G è già iniziata: la cinese Huawei, per esempio, ha messo in cantiere investimenti per 600 milioni di dollari fino al 2018 per le reti di nuovissima generazione, mentre negli Stati Uniti la ricerca universitaria sul 5G è molto avanzata.
L’Europa è ansiosa di recuperare la leadership nella tecnologia mobile che aveva nell’era del Gsm e lo fa, come commenta oggi il Wall Street Journal, alleandosi con la nazione del mondo più avanzata per utilizzo di smartphone e nuove tecnologie. L’accordo con la Corea del Sud è una buona notizia anche per i produttori di attrezzature di rete europei come Ericsson, Nsn e Alcatel-Lucent, e per la sud-coreana Samsung, primo produttore mondiale di smartphone.
Proprio Samsung lo scorso anno ha annunciato un importante risultato nella sua ricerca sul 5G che le ha permesso di trasmettere grandi volumi di dati usando una frequenza molto più alta di quelle normalmente usate; questo permetterebbe agli utenti di spedire quantità enormi di dati a velocità molto maggiori con i loro device mobili, praticamente “senza limiti”. A gennaio, inoltre, il governo sud-coreano ha annunciato la sua roadmap per la tecnologia mobile 5G, con l’obiettivo di essere il primo paese a commercializzare la tecnologia a dicembre del 2020.
In Ue, la Commissione europea a dicembre 2013 ha detto che destinerà 700 milioni di euro, mentre l’industria ha messo in campo più di 3 miliardi, per condurre ricerche nel 5G a partire “da subito”. La Commissione intende selezionare i primi progetti da finanziare già entro la fine di quest’anno.