Uber, la app per il noleggio automobili che sta facendo infuriare i tassisti, ha raggiunto la scorsa settimana un valore di 18,2 miliardi di dollari e si prepare ad allargare i fronti del proprio bueiness. Un successo realizzato in pochi anni, se è vero che nel 2012 valeva 330 milioni di dollari e che oggi è presente in 128 città di 37 paesi diversi (a Roma e Milano, uniche città italiane in cui è oggi disponibile, è arrivata nel 2012). Meglio ha fatto solo Facebook, che poco prima dello sbarco in borsa del 2011 valeva quasi 50 miliardi di dollari.
Mentre i governi studiano come affrontare la situazione, che vede crescere la tensione tra i tassisti che percepiscono la app come una minaccia, Uber si trova davanti a un rebus: cosa fare se le leggi uin giorno bloccassero o limitassero il servizio? In Usa hanno già trovato dei diversivi, inventando Uber Rush, la app per la consegna di pacchi a piedi o in bicicletta.
Insomma in attesa della quotazione, il ceo Kalanick sta pensando a nuove soluzioni per ingrandire il business, puntando su settori più semplici da affrontare. Uber Rush arriva dopo che a Natale era stato inaugurato un servizio per la consegna di alberi di Natale. Il dispositivo permette di effettuare consegne dei pacchi in bici e a piedi. Bandita l’automobile, infatti per adesso il servizio può essere utilizato solo a Manhattan. Ubwer incassa il 20% del valore del pacco consegnato. Uber intende allargare il servizio anche ad altre città, dove la densità abitativa è alta ma le persone fanno facilmente a meno dell’automobile.