“In Italia nel codice deontologico giornalistico ci sono norme che dicono che le figure pubbliche possono chiedere che non siano divulgate notizie solo se non hanno assoluta rilevanza e il diritto all’oblio è già stato escluso dalla Corte di giustizia nella sua sentenza sull’attività di Google, quindi la preoccupazione che la difesa della privacy confligga con il diritto di cronaca è infondata”. A sottolinearlo a margine di un convegno alla Camera sulla regolamentazione dell’utilizzo della rete Internet è il costituzionalista Stefano Rodotà. “La Rete deve rimanere uno spazio libero e occorre contrastare il tentativo di metterla sotto controllo come si tenta già di fare in 70 paesi – sottolinea Rodotà – il fatto che gli ‘over the top’ come Facebook, Twitter e Google abbiano una dimensione globale non li mette al riparo dalla necessità di rispondere dei propri comportamenti”.
“La consapevolezza di questi temi con l’assunzione della presidenza nel semestre europeo, darà la possibilità all’Italia di avere un ruolo fondamentale – sottolinea il costituzionalista tra i padri dell’attuale normativa sul diritto alla privacy – il nostro paese si troverà ad affrontare infatti il dossier più impegnativo, il regolamento sulla protezione dei dati personali che una volta approvato dovrà essere immediatamente applicato da tutti i paesi membri”.