Sul web “l’assenza di regole non è affatto garanzia di libertà, ma spesso affermazione di prepotenza, legge del più forte”. Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini, aprendo a Montecitorio i lavori del convegno “Verso una costituzione per internet?”. “Stiamo imparando a doverci guardare oltre che dall’invadenza degli Stati – aggiunge – anche da quella dei nuovi giganti della comunicazione digitale, che all’insegna dell’apparente gratuità entrano nelle nostre vite e le controllano”. Secondo Boldrini, inoltre, “dare regole è essenziale inoltre per tutti quei gruppi sociali che oggi troppo spesso in rete si sentono messi sotto scacco, maltrattati, obbligati alla resa o alla fuga”.
Il convegno è stato organizzato con l’idea di valutare gli ultimi tentativi nel mondo di intervenire su internet, come le due sentenze della Corte di Giustizia dell’Ue e la promulgazione del Marco Civil, una legge che regolamenta l’uso della rete in Brasile. “La Camera – ha spiegato la Boldrini – vuole dare sostegno al governo in vista del semestre di presidenza anche tramite una consultazione pubblica che abbiamo fatto partire questa mattina”. La presidente della Camera ha anche parlato del ruolo di internet “come bisogno primario, come possibilità di conoscenza ma anche di rimanere in contatto con persone e famiglie lontane”. “La rete – ha proseguito – può dare nuovo impulso alla democrazia, si possono coinvolgere i cittadini attraverso questo mezzo e non solo una volta ogni cinque anni con il voto”.
Anche giorni scorsi Boldrini aveva rilanciato l’idea di varare una Costituzione del Web per tutelare i diritti, anche umani, nell’era delle nuove tecnologie.
E sulla necessità di proteggere i dirittti la presidente della Camera è tornata più volte “Internet è il più grande spazio pubblico dei nostri tempi, strumento senza precedenti di conoscenza, informazione, esercizio di diritti politici – scriveva lo scorso ottobre sul Facebook in occasione dell’indontro con il Garante per la Privaci, Antonello Soro – Ma senza regole anche il web può diventare dominio incontrollato dei più forti, dei più potenti e i fatti di questi giorni, il cosiddetto Datagate, lo dimostrano”.
“Ognuno di noi – continuava – si sta sentendo vulnerabile: personalità di governo, istituzioni, ma anche i cittadini, i cui dati potrebbero essere usati in modo spregiudicato per vari fini, inclusi quelli commerciali, attraverso i social media. Ritengo che i social network abbiano grande valore comunicativo e per questo li utilizzo, ma la difesa dei diritti delle persone va esercitata in ogni spazio pubblico, contro ogni forma di abuso. Anche sulla rete devono valere il diritto alla riservatezza, la difesa della dignità o il diritto all’oblio. Come già affermato da esperti di tecnologia, la sfera digitale è di fondamentale importanza per il futuro della privacy, dell’autonomia, della libertà e della stessa democrazia”, concludeva la presidente.