Vimercati: “Spaccare Telecom? Una pessima idea”

Il senatore del Pd dice no alla “cessione” dell’azienda

Pubblicato il 08 Feb 2010

«Telecom deve rimanere italiana. Nella sua interezza». Il
senatore del Pd Luigi Vimercati
dice no all’ipotesi di
fusione Telecom-Telefonica e soprattutto no alla rete nelle mani
degli spagnoli. E il no riguarda anche la possibile discesa in
campo di “capitani coraggiosi” pronti a rilevare il controllo
dell’azienda di Tlc: “Niente salvataggi modello
Alitalia”.
Senatore, Telecom deve restare a Telecom?
La situazione di Telecom non è certo quella di dieci anni fa,
quando l’azienda aveva numerosi asset all’estero. Ma dobbiamo
ora ragionare affinché mantenga reti e servizi con il modello Open
Access. Spaccare in due Telecom non è un’idea brillante.
L’ipotesi della fusione con gli spagnoli non è l’unica sul
piatto. Si paventa anche un salvataggio modello Alitalia con un
gruppo di ‘capitani coraggiosi’ che va assolutamente evitato.
Sarebbe una soluzione che aggreverebbe il problema del conflitto di
interessi visto che fra le aziende disposte ad investire circola
anche il nome Mediaset. Ma la verità è che per l’ennesima volta
il governo fa molte chiacchere e pochi fatti.
A cosa si riferisce in particolare?
Agli investimenti nella banda larga. Le politiche sono assenti. E
quelle annunciate sono solo sulla carta. Il governo deve dire cosa
vuole fare concretamente e passare ai fatti. Perché non è
indifferente se un Paese investe o no nella banda larga. Non è
indifferente anche rispetto al futuro di Telecom Italia. I mancati
investimementi nella banda larga hanno già provocato parecchi
danni: ci sono aziende fortemente penalizzate che hanno preso
decisioni drastiche. E che sono state penalizzate dall’assenza di
politiche industriali da parte del governo.
Penso ad esempio a Nokia Siemens Networks che ha deciso di
trasferire in Texas, dall’Italia, il proprio centro di ricerca e
sviluppo. Per non parlare della situazione di Italtel: il futuro
dell’azienda è strettamente connesso con quello di Telecom
Italia visto che le principali commesse ruotano proprio attorno
all’operatore di Tlc. L’Ict italiano ha già perso 20mila posti
di lavoro. Vogliamo peggiorare ulteriormente la situazione?
L’opposizione cosa fa da parte sua?
Il tema Telecom Italia non è l’unico da affrontare, anche se è
innegabile che il problema Telecom sia il cardine della questione.
Noi abbiamo fatto molto. Durante il governo Prodi è stato
sbloccato il Wimax, sono stati fatti gli accordi con le Regioni in
materia di banda larga. Bisogna ripartire da qui e andare
avanti.
Quali sono le priorità?
Garantire 2 Mb per tutti è certamente una priorità. Bisogna
considerarlo un servizio universale. E poi è necessario
modernizzare tutto il sistema delle comunicazioni. Bisogna inoltre
spingere gli investimenti nelle Ngn: è opportuno che il pubblico
partecipi con investimenti nelle aree a fallimento di mercato.

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