In Italia c’è bisogno di fare squadra sui temi dell’Innovazione. Questo consentirà al Paese di recuperare il terreno perduto e di tornare a un ruolo di leaderhip in Europa. E Digital Venice, l’evento che si svolgerà l’8 luglio a Venezia come prima iniziativa del semestre di turno di presidenza italiana del Consiglio Europeo, può essere un punto di partenza straordinario Per raggiungere l’obiettivo. E’ questa in sintesi la lettura che Leandro Aglieri, presidente di Cloud4Defence e consigliere nazionale con delega all’innovazione per l’associazione “LItaliaintesta”, dà di Digital Venice e della “Digital week” che avrà luogo in laguna nella seconda settimana di luglio.
Aglieri, qual è l’importanza di Digital Venice?
Organizzare in apertura del nostro semestre di presidenza un evento nel nostro Paese che riguarda l’innovazione digitale è di fondamentale importanza per recuperare un ruolo di leadership del nostro Paese, che – ricordiamo – vanta una lunga tradizione di grande innovazione, attraverso uomini come Meucci, che ha inventato il telefono, Marconi, che ha inventato la radio e il radar e Olivetti nel campo dei personal computer. E’ fondamentale rilanciare per il futuro un progetto di “Italian Innovation Nation”, che deve passare per una strategia che parta dal vertice per arrivare all’ecosistema di innovazione del Paese: centri di ricerca, Università, aziende, scuole e Pubblica amministrazione. E’ necessaria una stretta relazione tra la strategia complessiva dell’Europa su questi temi e quanto attuato a livello Paese, tenendo collegati i piani europei e i piani per l’Italia.
In questo contesto vede un ruolo specifico anche per Agid?
L’agenza per l’Italia digitale deve avere un ruolo di braccio operativo nel contesto della digitalizzazione della pubblica amministrazione, nell’ambito delle strategie politiche decise da una cabina di Regia che deve essere collocata al giusto livello organizzativo, coinvolgendo tutti i portatori di interesse. La conferenza delle Regioni potrebbe essere l’elemento di snodo fondamentale per passare dalla teoria ai fatti e all’implementazione reale sul territorio.
Da Digital Venice scaturirà la cosiddetta “Venice Declaration”. Su cose si dovrebbe concentrare secondo lei?
A parte i punti “scontati”, cioè la diffusione della banda larga in tutte le zone del Paese, per consentire a tutti i cittadini l’accesso al digitale, che oggi è ormai un requisito fondamentale per poter avere i giusti canali informativi, io spero che in questa dichiarazione venga messo al centro il servizio al cittadino. Si deve ribadire che la digitalizzazione deve avere un forte impatto sul servizio che la pubblica amministrazione può portare direttamente nelle case, ribaltando il concetto che deve essere il cittadino che deve andare dallo Stato. Con la tecnologia digitale siamo veramente in grado di fare un salto di qualità e di portare lo Stato dal Cittadino, dove vive o dove lavora, e questo potrebbe essere un salto epocale per l’Europa e per il nostro Paese.
Un’intera settimana dedicata al digitale per mettere insieme istituzioni, addetti ai lavori, ricercatori e giovani intraprendenti. Che valore aggiunto di innovazione può dare?
Non voglio sottovalutare la parte istituzionale, ma credo che la cosa davvero importante sia creare la rete. Abbiamo bisogno nel nostro Paese di fare rete in tutti i sensi, tra le istituzioni, per uniformare i servizi forniti, ma anche nel sistema produttivo, per poter fornire alla PA servizi più completi. E poi si deve dare la possibilità ai giovani di entrare nel processo attraverso le startup e le recenti normative sulle reti d’impresa. C’è bisogno di mettere in contatto e a confronto tutti gli stakeholders che sono coinvolti nel digitale.