In poche ore “oltre 5.500 dipendenti hanno già sottoscritto oltre 30 milioni di azioni”, segno che il piano di azionariato diffuso per i dipendenti di Telecom Italia sta riscuotendo un grande interesse. A dare la notizia è l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, Asati, che sin dal 2008 si è adoperata per sollecitare i piani del 2010, con 30 milioni di azioni, e quello partito operativamente questa mattina, con una disponibilità di 54 milioni di azioni (finanziabile anche con l’istituto del Tfr).
Secondo quanto comunicato da Asati “oltre 5.500 dipendenti hanno già sottoscritto oltre 30 milioni di azioni in pochissime ore”. L’associazione, pertanto, esprime “con grande entusiasmo il successo dell’adesione che testimonia l’alto senso di appartenenza dei suoi dipendenti e ringrazia
l’attuale Cda, i precedenti presidenti di Telecom Italia, Gabriele Galateri di Genola e Franco Bernabè, oltre che l’attuale ad Marco Patuano, i vertici esecutivi e il responsabile e tutte le linee operative di People Value per l’aver favorito e attivato il progetto da noi proposto nelle
forme più agibili finanziariamente e per l’averci creduto”.
Asati ricorda che già nel 1998, all’atto della privatizzazione di Telecom, “Mario Draghi suggeriva alla nostra Associazione di procedere con piani aggiuntivi negli anni a venire (non più uno ogni 4
anni ma molto più ravvicinati) per costituire un nocciolo duraturo di riferimento almeno del 3% del capitale in linea con i Paesi più avanzati europei”.
Asati si propone dunque l’obiettivo del 3% tenendo presente che un Tfr complessivo dei dipendenti della società, di circa 1,7 miliardi di euro, è una ragionevole meta che, raggiunta, potrebbe consentire una maggiore stabilità in un ravvicinato obiettivo di public company. Attualmente i dipendenti azionisti in servizio e in pensione a piano attuale completamente sottoscritto hanno circa lo 0.8% del capitale, e tenendo conto solo numericamente degli azionisti esterni alla società iscritti ad Asati la percentuale complessiva diventerebbe dell’1,6%.