È scontro in tribunale fra Facebook e il procuratore distrettuale di Manhattan sulla richiesta del governo di accedere ai contenuti di centinaia di account del social network. Facebook, riporta il New York Times, si schiera con i suoi “amici” e ritiene che la richiesta, avanzata la scorsa estate ma resa pubblica solo ora, sia incostituzionale perché viola i diritti degli utenti. Una battaglia, quella di Facebook, finora senza successo.
Il governo americano ha richiesto l’accesso quasi completo agli account di 381 persone. All’opposizione di Facebook, un giudice federale di New York ha replicato seccamente, definendola non giusta perché Facebook è solo il depositario dei dati e il target delle indagini. E per tutelare le inchieste, il giudice si era spinto anche oltre, vietando a Facebook di informare gli iscritti interessati dalle ricerche.
Il caso è arrivato ora in appello e il dibattito è sul Quarto Emendamento, quello che difende i cittadini da ingiuste perquisizioni, arresti e confische irragionevoli. I legali di Facebook si impegnano a combattere in appello perché preoccupati per l’ampiezza della richiesta (“è l’equivalente digitale di una richiesta di sequestrare in un colpo solo ogni cosa non in una ma in quasi quattrocento case”) e per la decisione del giudice di non consentire a Facebook di contrastare o bloccare la richiesta stessa.