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Privacy, Facebook nel mirino del Garante Uk

L’Autorità britannica apre un’inchiesta dopo le polemiche sollevate dal test effettuato dal social network per studiare la manipolazione delle emozioni degli utenti. L’azienda rischia una multa da 500mila sterline

Pubblicato il 02 Lug 2014

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L’Information Commissioner’s Office (Ico) inglese, l’equivalente del nostro Garante della Privacy, ha deciso di avviare un’inchiesta su Facebook dopo le polemiche seguite allo studio condotto dal social network sulla manipolazione delle emozione. L’Autorità vuole capire se con questo esperimento il sito abbia manipolato i dati personali degli iscritti. Tra le ipotesi, riporta il Financial Times, anche la possibilità di comminare una multa di 500mila sterline, equivalenti a 800mila dollari circa.

L’autorità – sempre secondo le indiscrezioni del quotidiano – ha in programma anche di coordinarsi con il suo omologo irlandese, visto che a Dublino c’è la sede europea di Facebook. All’origine c’è il risultato della ricerca coordinata da Adam Kramer, componente del Data science team dell’azienda di Mark Zuckerberg, il cui obiettivo era dimostrare che le emozioni dei nostri amici, espresse sul social network, influenzano quello che pubblichiamo, quindi sensazioni positive o negative.

Nei giorni giorni è stato diffuso il risultato di una ricerca, coordinata da Adam Kramer, membro del Data science team di Facebook, che dimostra in maniera significativa che le emozioni dei nostri amici, espresse attraverso post e frasi che la bacheca sceglie di mostrarci in base a raffinati algoritmi, influenzano quello che pubblicheremo sul social network. E dunque che, in qualche modo, i sentimenti – o quantomeno attitudini positive e negative – tendono a propagarsi di conseguenza, in un gioco di reciproche influenze. L’inchiesta dell’Ico arriva mentre l’Unione europea sta tentando di rendere più severe le regole sulla protezione dei dati.

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