Raffaele Cantone, autorità anticorruzione, agita le acque dei ministeri sul proprio sito istituzionale. Per esempio fa rilevare ai generali Carlo Magrassi e Giuseppe Fabbri, rispettivamente capo di Gabinetto e responsabile della trasparenza della Difesa, che il sito del loro “Ufficio centrale per le ispezioni amministrative (Ispedife)” è carente degli esiti delle ispezioni. È un buon inizio ma il naso ci dice che lì manca ben di più. Per esempio, vorremmo sapere quanto costa ogni ispezione, com’è pianificata, quali gli obiettivi e quali gli esiti ottenuti.
Tanto per fare un esempio a noi consta che uno degli ispettori di Ispedife si trasferì in una città del Sud dal 5 al 30 maggio, cambiando tre alberghi, finché non trovò una situazione confortevole, gradita e di conserva alquanto dispendiosa. Vorremmo apprendere che cosa si prefiggeva quell’ispezione e quali esiti abbia ottenuto; in tempi di lesina ci pare appropriato. D’altro canto la città dove l’ispettore si soffermò per 25 lunghi giorni è dotata di confortevoli foresterie militari, per le quali lo Stato spende molto, proprio al fine d’assicurare costi ragionevoli a quanti vanno in missione, i quali possono anche avvalersi di circoli e mense per i pasti. Se invece l’ispettore si sofferma per 25 giorni, carambolando fra alberghi pluristellati e appetitosi ristoranti, coi trigliceridi salgono le spese e quanto meno il conto sia online affinché il contribuente si compiaccia per la dispersione delle sue tasse.
Vorremo sapere da Cantone quanto spendono gli ispettori di Ispedife, quanto viene rimborsato, se percepiscono straordinari nel corso della missione e quali sono i risultati concreti dell’ispezione medesima. È troppo?