DIGITAL ITALY

Tripi: “Internazionalizzare necesse est”

Pubblicato il 08 Lug 2014

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Il mercato dei servizi Ict in Italia ha mostrato una riduzione di spesa a due cifre negli ultimi anni e ciò malgrado le capacità progettuali ed attuative che le imprese del nostro settore, negli anni, hanno potuto sviluppare nella realizzazione di complessi sistemi Ict, anche in collaborazione con i grandi player internazionali operanti in Italia.

Una vera opportunità per le nostre aziende è quella di guardare ai mercati esteri, ed in particolare a quelli in maggiore crescita, con molta più attenzione rispetto al passato. Quando si parla di internazionalizzazione delle aziende Italiane, troppo spesso si pensa alle aziende di prodotto, senza considerare che una parte importante del “made in Italy” è costituito dalle competenze e dalle soluzioni proprie delle aziende di servizi tecnologici. Già diverse aziende del nostre settore industriale si sono mosse con successo in questa direzione, ma affrontare un processo di esportazione delle proprie soluzioni e competenze non è cosa facile, specie per coloro che non hanno dimensioni tali per poter sostenere investimenti, non solo finanziari, importanti.

Confindustria Digitale è molto sensibile a queste problematiche, tanto che ha deciso di creare una task force, cui partecipa Assinform, che guardi all’internazionalizzazione delle imprese come ad una opportunità necessaria. Anche il Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria, Licia Mattioli, ha dato impulso ad un progetto di internazionalizzazione per le aziende del nostro comparto. L’obiettivo è dare loro un aiuto concreto per far sì che si superi quella barriera culturale che ne ha impedito lo sviluppo nel nostro settore. Un’azione importante sarà quella di individuare una mappa delle competenze – sia pubbliche che private – che oggi operano sui singoli paesi esteri, per poter dare tutta una serie di supporti, da quello legale a quello commerciale e finanziario, ad aziende che intendano iniziare un’attività all’estero senza avere ancora acquisito un know-how specifico.

Il nostro compito più importante è quello di “forzare” una mentalità che porti le nostre aziende a guardare al mercato globale come proprio mercato di riferimento e non più solo al mercato nazionale o locale.

In conclusione: decidere di internazionalizzare la propria azienda implica aver deciso una strategia, aver analizzato il contesto, avere a disposizione capacità manageriale e conoscenza del mercato per potersi differenziare in paesi dove la concorrenza non manca.

Alle nostre imprese – che hanno capacità tecnologiche non inferiori a quelle dei colleghi operanti in mercati esteri – sarà necessario dare un concreto aiuto, coordinando il supporto offerto dalle molteplici, spesso troppe, organizzazioni nazionali ed europee che si occupano di internazionalizzazione.

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