Appropriazione indebita di 33 milioni di euro a cui si aggiungono 3
milioni di sterline. Questa l'accusa del pm Roberto Rossi alla
base della richiesta di rinvio a giudizio per tutti i 15 indagati
sull'inchiesta Eutelia che vede conivolta in toto la famiglia
Landi, fondatrice dell'azienda aretina. Sei i rinvii per i
Landi: nella lista figurano il presidente onorario di Eutelia,
Angiolo, l'ex amministratore delegato Samuele, autore della
recente irruzione nella sede romana, i fratelli Raimondo e Isacco,
Sauro (il figlio di Raimondo) e Alessandro (figlio di
Angiolo). Gli altri imputati sono Daniele Bonarini, Giovan
Battista Canali, Alessandro Iaboni, Fabio Luci, Marco Mariotti,
Pasquale Pallini, Daniele Bonarini, Maurizio Sorini e Roberto
Zambrenti.
Numerosi i reati contestati: oltre all'appropriazione indebita
ci sono l'associazione a delinquere finalizzata al falso in
bilancio e la frode fiscale.
Secondo la pubblica accusa dai conti di Eutelia sarebbero stati
stornati decine di milioni di euro dirottati in Svizzera e verso
banche estere attraverso triangolazioni societarie in Inghilterra,
Isole del Canale, Romania e Bulgaria. A riciclare il denaro
attraverso altre società con base oltreconfine ci avrebbe pensato
l'avvocato Pier Francesco Campana.
Ai soldi dirottati all'estero si aggiungono 62 milioni mai
contabilizzati – fanno capo al filone d'inchiesta che
riguarda la cessione alla 'Voiceplus' srl del ramo
d'azienda relativo ai numeri telefonici a valore aggiunto.
Secondo gli inquirenti l'ingente cifra sarebbe
stata sottratta agli azionisti di minoranza. In questo caso si
aggiunge un altro reato per Sauro Landi accusato di subornazione di
teste – (Sauro Landi avrebbe fatto pressione su un teste per
ottenerne la testimonianza a favore).