I NEGOZIATI

Usa, pressing sulla Cina per l’export hi-tech

Washington, che incontra la controparte cinese in settimana, cerca l’aggiornamento degli accordi dell’Ita e la liberalizzazione degli scambi per i prodotti tecnologici. Pechino ha escluso dal deal decine di prodotti, tra cui i chip di nuova generazione

Pubblicato il 07 Lug 2014

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Gli Usa premono la Cina per la liberalizzazione dello scambio dei prodotti dell’hitech, un mercato che mette in moto 2000 miliardi di dollari di merci da Usa e Cina e viceversa ogni anno, ma ancora governato da un antiquato (per gli Stati Uniti) Information technology agreement (Ita) del 1996, che la parte americana non è mai riuscita ad aggiornare. Ora Mike Froman, rappresentante del Commercio Usa, fa sapere sulle pagine del Financial Times che Washington è pronta a usare l’annuale incontro dello Us-China strategic and economic dialogue per superare lo stallo.

L’incontro si terrà in settimana ed è considerato dagli Usa importante anche perché, se la Cina non liberalizzerà gli scambi hitech, nel Congresso potrebbe aumentare l’opposizione verso altri accordi commerciali con la Cina.

Il pomo della discordia risiede nella volontà della Cina di escludere circa 60 nuove categorie di prodotto, tra cui device medici e chip al silicio di nuova generazione, dall’Ita, che permette di evitare che questi prodotti subiscano barriere all’importazione e siano gravati da tariffe per l’ingresso nel Paese.

Divenuta ormai il primo esportatore mondiale di prodotti It, la Cina è desiderosa di proteggere alcune delle sue nascenti industrie high-tech, non ancora in grado di competere con quelle americane o di altri mercati avanzati.

Froman riferisce che Usa e Cina hanno compiuto passi in avanti nei negoziati fin dall’incontro dei ministri del commercio dell’Apec. Le trattative si sono ristrette in particolare a una dozzina di prodotti, tra quelli della lunga lista cinese degli “esclusi”, che gli Usa sono particolarmente desiderosi di poter esportare all’interno delle condizioni garantite dall’Ita. Tuttavia la proposta fatta dalla Cina la scorsa settimana non ha soddisfatto gli americani e Froman dichiara sul Ft che i cinesi ora dovranno darsi molto da fare per venire incontro alle richieste degli Usa.

Un esito positivo, afferma Froman, sarebbe importante sotto molti punti di vista: per esempio, darebbe un contributo al progresso dei negoziati sul trattato bilaterale per gli investimenti avviato nello Us-China strategic and economic dialogue dello scorso anno e permetterebbe di concludere i negoziati per l’Ita in tempo per il summit di novembre dell’Apec che si terrà a Pechino. Senza un deal, invece, ammonisce Froman, diversi negoziati con gli Usa cui la Cina è interessata potrebbero ritrovarsi diversi ostacoli lungo il cammino.

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