Preto: “L’uomo resti il centro di Internet”

Presentato a Digital Venice il libro del commissario Agcom “In principio è la rete”: “Non spostare l’attenzione dai diritti e dalle libertà”

Pubblicato il 07 Lug 2014

Un libro “coraggioso” e “ambizioso”, un’opera “ponderosa”, un testo “corretto” e di “dialogo”. Sono questi alcune delle caratteristiche che oggi, al Future center di Telecom Italia, a Venezia, proprio all’inizio della settimana di ‘Digital Venice’, sono stati usati per presentare “In principio è la rete”, il libro scritto dal commissario dell’AgCom Antonio Preto. A introdurre i lavori l’autore, poi gli interventi di Antonio Sassano, Giorgia Abeltino e Stefano Quintarelli, moderati dal direttore del Corriere delle Comunicazioni, Gildo Campesato.

“È un testo che dice le cose con franchezza, che si interroga sui grandi mutamenti e sulle sfide che la rete determina, sulle grandi opportunità e sui grandi rischi, con cui ho voluto rendere conto del mio lavoro”, ha spiegato lo stesso Preto. Un rendere conto che sottende alla necessità di mettersi “in discussione, per poter essere ancora più indipendente”, perché la “legittimazione nasce dal dialogo e non dal potere”. E se il titolo recita che “in principio è la Rete”, in realtà per Preto la centralità non è sua, ma “dell’uomo nelle sue varie declinazioni, dei suoi diritti e delle sue libertà”.

Il libro, ha raccontato il commissario AgCom, tratta di temi diversi: dai diritti, con quelli “offline che valgono anche online”, come dice il Consiglio d’Europa, e che sono “una del contesto di riferimento che non si deve mai dimenticare”, a temi come quelli della “libera concorrenza fra operatori e della parità d’accesso”, al ruolo del regolatore, che “non deve farsi carico della politica industriale, che è compito del governo, ma deve dare a tutti la possibilità di investire” e che non deve essere “indebolito agli occhi del mercato e del pubblico”.

“Le persone – ha detto portando il suo contributo Giorgia Abeltino, responsabile delle Relazioni Istituzionali e degli Affari regolamentari di Google in Italia – si devono rendere conto che ciò che accade online ha delle conseguenze, che anche se è virtuale ha un impatto sulla nostra vita”. Citando Papa Francesco, poi, la manager si è detta convinta che “Internet sia un dono di Dio”: “non è solo una rete di fili, ma soprattutto di persone e pertanto le potenzialità e le opportunità che offre ne sono il vero valore aggiunto”.

Un’idea condivisa dal deputato Stefano Quintarelli. Se infatti il libro scritto da Preto è “un’opera ponderosa che tocca tutte le questioni ponderanti”, al tempo stesso “internet è una dimensione dell’esistenza”, dove “agiamo e abbiamo scambi economici”. “Spero che questo libro aiuti a colmare il devide più grande che abbiamo in Italia, ovvero il ‘political divide‘”, ha attaccato. “Internet è integrativo rispetto alla dimensione materiale e ne è la principale interfaccia”, ha poi aggiunto Quintarelli, sottolineando come negli ultimi anni ci sia stato un “passaggio epocale”, con l’hardware “che e’ passato da abilitatore a intermediario”, circostanza che “si sta trasmettendo sul mondo materiale” e che rende necessario “garantire una maggior concorrenza per massimizzare le scelte del consumatore, a tutti i livelli, evitando che nascano dei ‘gatekeeper'”.

Altro tema su cui si sofferma il libro, e a cui ha dedicato il proprio intervento Antonio Sassano, presidente dell’organo di garanzia di Telecom Italia, è quello dell’infrastruttura-rete, che a suo vedere resta “l’abilitatore principale” e che è strettamente legato a quello dell'”equivalence of input / equivalence of output”. “Dobbiamo andare verso concorrenza fra infrastrutture o solo fra servizi? – si e’ chiesto – L’Autorità per prima deve dare una risposta”, ha aggiunto, suggerendo come strada quella di “vedere il mercato in modo geografico”, con “una regolazione basata su aree geografiche”. “Grande coraggio da parte di Preto”, poi, è quello che vede Maurizio Mensi, professore di diritto alla Luiss. “E’ un esercizio ambizioso che tratta tutti I temi delicati del quadro”, ha detto, individuando le due preoccupazioni principali “nell’asimmetria delle regole sulla rete, con difficolta’ di disciplinare internet rispetto ad altri settori” e nel “ruolo dell’Autorità”.

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