Le monete virtuali finiscono sotto la lente d’ingrandimento di Bankitalia come possibili strumenti per compiere operazioni illecite. A evidenziare il fenomeno è il rapporto 2013 di Uif, l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia.
“Sono in corso approfondimenti sul potenziale rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo dei Bitcoin – afferma Claudio Clemente, direttore della Uif, durante la presentazione del rapporto – anche in considerazione di alcune segnalazioni di operazioni sospette ricevute su anomale compravendite di tale strumento che si vanno definendo a livello internazionale”.
Nei giorni scorsi si era registrato il monito dell’Autorità bancaria europea, che sottolineava come gli istituti finanziari “non dovrebbero acquistare, detenere o vendere” le monete virtuali tipo Bitcoin prima che entri in vigore un regime regolatorio”.
L’Eba ha identificato più di 70 categorie di rischio dalle monete virtuali, fra cui Bitcoin, in circolazione dal 2009, è la più famosa. Fra i profili di rischio, quelli per gli utenti e per la sicurezza finanziaria, come il potenziale riciclaggio.
A maggio le autorità statunitensi avevano aperto un’indagine su possibili legami tra le società che consentono scambi di Bitcoin e Silk Road, bazar online chiuso lo scorso anno perché accusato di traffici illegali.