E’ in arrivo la decisione finale sulle tariffe unbundling di Telecom Italia per il periodo 2014-16 che potrebbero arrivare a estendersi fino al 2017. “L’Autorità – ha detto durante la sua relazione Angelo Marcello Cardani, presdiente Agcom – si appresta, nelle prossime settimane, ad approvare il provvedimento finale relativo al nuovo ciclo di analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa, che dovrà poi essere sottoposto a consultazione comunitaria”. Cardani ha anche sottolineato che a inizio 2014 è stata avviata, “insieme all’Antitrust, l’indagine conoscitiva sulla concorrenza statica e dinamica del mercato dei servizi di accesso e sulle prospettive di investimento nelle reti a banda larga e ultra-larga. L’analisi mostra come siano parimenti importanti le regole preventive di garanzia della concorrenza rispetto agli strumenti di tutela della non discriminazione e della parità di trattamento tra imprese e verso i consumatori”.
“Per quanto concerne i prezzi dei servizi di accesso alle infrastrutture identificate come colli di bottiglia, l’Autorità, al fine di incentivare gli investimenti in reti in fibra – si legge sul rapporto Agcom – richiede l’applicazione di prezzi equi e ragionevoli, a eccezione di Telecom Italia che, conformemente alla raccomandazione Nga e alla delibera n. 1/12/CONS, rimane soggetta all’obbligo di praticare prezzi orientati ai costi”.
Con una serie di sentenze, si legge nella relazione, il Consiglio di Stato ha censurato le modalità di determinazione delle condizioni economiche dei servizi di unbundling, richiedendo all’Autorità di valutare i contratti di System Unico per verificare in che misura incidevano sui costi della manutenzione correttiva e di rivalutare la scelta di includere nello stesso paniere i canoni e i contributi una tantum. In merito invece alla metodologia per la determinazione delle tariffe dei servizi di Wlr e naked bitstream, l’organo giurisdizionale ha richiesto all’Autorità un’analisi di tipo comparato ed un approfondimento istruttorio per verificare se il metodo dell’orientamento al costo sarebbe stato preferibile al criterio del retail minus al fine di favorire una maggior infrastrutturazione degli operatori. Il Consiglio di Stato, infine, si legge sul rapporto – ha contestato le modalità di allineamento dei prezzi dei servizi WLR per la clientela residenziale e per la clientela non residenziale.