Si può intervenire sulle frequenze soltanto “per conservare alla tv terrestre tutta la banda necessaria al suo sviluppo, nel rispetto della neutralità tecnologica e della concorrenza tra piattaforme”. Lo ha detto Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, in audizione alla commissione Trasporti della Camera. “Il digitale terrestre per esistere, per innovarsi e crescere ha bisogno delle frequenze terrestri – ha sottolineato – La tecnologia digitale terrestre è la più efficiente per portare il segnale broadcast. Se tutta la banda 700 MHz fosse riservata agli operatori mobili – ha argomentato – il Dtt perderebbe il 30% delle frequenze in uso e risulterebbe fortemente discriminato rispetto alle altre piattaforme. Alla fine, la tv terrestre sarebbe condannata alla marginalizzazione, con tutti gli impatti negativi per i consumatori, l’occupazione, le aziende, il pluralismo e l’industria italiana dei contenuti. E con l’ulteriore beffa degli operatori di telefonia mobile insoddisfatti – ha proseguito Confalonieri – visto che dei 700 MHz non si accontentano, e che hanno chiesto in sede europea di poter usare l’intero spettro Uhf, confermando quello che si è capito da tempo: l’idea è che, se non si leva di mezzo la trasmissione terrestre, non riesce il tentativo di far circolare i contenuti tv solo sulla broadband. Cosa che secondo i più velleitari è l’unica ipotesi per poter innalzare la domanda di connessione mobile e giustificare così gli alti costi pubblici per la diffusione della broadband mobile”.
Ma durante l’audizione Confalonieri ha toccato molti dei “temi caldi” per l’universo dei broadcaster: “Seguendo lo sviluppo della tecnologia – ha detto rispondendo a una domanda sulla possibilità di alleanze con Telecom e sulle future strategie di Mediaset – ha senso avere rapporti con i telefonici. Che ci sia possibilità di fare alleanze telecom-broadcaster – ha sottolineato – è nelle cose”.
Poi il focus si è spostato sul caso Mediaset-Telefonica: “L’11% di Telefonica in Mediaset Premium – ha detto – ci fa comodo. Nella nostra strategia c’è di espandere il nostro raggio di azione, di rivolgerci sempre di più all’esterno e, sia nella tecnologia sia per il carattere geografico: poi vedremo quello che si potrà fare”. “Certo – ha aggiunto – deve cambiare un po’ anche il periodo economico perché, se resta l’economia quello che è, i consumi sono quello che sono e quindi gli incassi pubblicitari restano così depressi, non è che hai tante possibilità di investire o in contenuti o in altro, ma fai un’attività di normale amministrazione, non certamente di ampie visioni per il futuro. Speriamo che cambi”.
Poi Confalonieri è tornato a chiedere regole uguali con i big internet, i cosiddetti Over the top: “Vogliamo un campo uguale – ha detto – lo stesso terreno di gioco. Questi signori hanno totale libertà anche di piratare, e postano i nostri contenuti e ci mettono sopra la pubblicità. Allora intanto paghino i contenuti, e poi paghino le tasse. Non le pagano come le paghiamo noi. La concorrenza è questo, non chiediamo altro, vogliamo parità di trattamento. Se è tutto gratis – ha puntualizzato – nessuno farà più i contenuti”