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Agenda digitale, il 40% delle società ne realizza una “aziendale”

Il report realizzato da NetConsulting: in Italia cresce la necessità di competenze organizzative. Le soluzioni innovative vengono adottate innanzitutto per migliorare i processi interni e le relazioni con i clienti

Pubblicato il 15 Lug 2014

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Il 40% delle aziende ha già predisposto e sta realizzando una “Agenda Digitale Aziendale”, cioè una roadmap di iniziative sui nuovi paradigmi digitali. Ed entro il 2015 la percentuale è destinata ad aumentare fino al 68%.

E’ uno dei risultati che emergono dalla Cio Survey 2014, l’indagine su circa 70 responsabili ICT delle realtà private italiane, giunta alla sua nona edizione, promossa da Accenture, HP, e Telecom Italia e realizzata da NetConsulting. “L’edizione 2014 – spiegano da NetConsulting in una nota – si sofferma soprattutto sulla discontinuità digitale e su quanto il Cio e il suo team siano in grado di guidarla all’interno dell’azienda, relazionandosi con le linee di business, sfruttando antenne tecnologiche esterne”.

Lo studio evidenzia che si registrano cambiamenti forti a livello di competenze Ict: “da una parte la necessità di competenze più organizzative, di pianificazione e strategiche, dall’altra competenze e specializzazione su tecnologie nuove e che si evolvono velocemente”.

È la funzione Ict a distinguersi per il maggior contributo dato alla definizione dell’Agenda Digitale Aziendale, con le Divisioni Marketing e Commerciale: l’Ict, generalmente, presidia gli aspetti più tecnologici di implementazione delle nuove soluzioni mentre le aree Marketing e Commerciale identificano e indirizzano l’impatto dei nuovi trend sui modelli di business e sui canali di vendita.

E al centro delle Agende Digitali Aziendali, secondo quanto risulta dall’indagine, ci sono soprattutto la Digitalizzazione di processi/workflow interni, e le strategie Mobile per la forza lavoro e commerciale. Seguono strategie Social e Mobile per i clienti, Digitalizzazione di processi/workflow che coinvolgono attori e utenti esterni, il Cloud Computing, l’e-Commerce.

Quanto alle priorità business, ai primi posti ci sono il miglioramento della relazione con i clienti (58%) e percorsi di innovazione di prodotto/servizio (52%). Mentre la razionalizzazione dei costi, che era al primo posto nell’edizione precedente della Survey, si posiziona al terzo posto.

“Nel 2014 – spiega il comunicato – i principali interventi tecnologici sono volti al consolidamento e all’integrazione del portafoglio applicativo (85,6% dei CIO), approccio coerente non solo con l’esigenza di razionalizzare i costi di manutenzione e aggiornamento di parchi applicativi stratificati ed eterogenei, ma anche con la necessità di omogeneizzare gli strumenti a disposizione dei singoli”.

In generale, la spesa Ict del panel cala dell’1,2% nel 2014 rispetto al 2013, “effetto – si legge nella nota – sia del difficile contesto economico che influenza gli investimenti Ict anche nella fascia più alta della domanda, sia delle politiche di razionalizzazione che hanno caratterizzano gli anni scorsi e che generano una riduzione dei costi operativi di gestione”.

Quanto ai trend d’investimento delle aziende sulle tematiche innovative, è sempre più diffuso l’utilizzo di piattaforme Social, a maggior ragione quando la logica è quella di una Social Enterprise con risvolti interni oltre che verso l’esterno: il 56% delle aziende prevede di investire in misura significativa in questo campo.

La Mobility a supporto dei processi di business diventa ormai imprescindibile: la maggiore penetrazione di dispositivi mobili, con un incremento medio del 23% circa per gli smartphone e del 44% per i tablet, incentiva lo sviluppo di Mobile Business Applications e Mobile Apps per i clienti.

“Il Cloud Computing – si legge nel comunicato – rappresenta uno degli elementi alla base delle Agende Digitali Aziendali e nel 2014 è evidente un maggior fermento progettuale rispetto al 2013, quando l’approccio a questa tematica era più cauto e prevalentemente tattico. Il 48% delle aziende prevede un’intensità di investimento medio-elevata. Il quadro che emerge oggi mostra una varietà di servizi e di ambiti di adozione, che confermano una maggiore presa di coscienza dei CIO sul tema, ma anche delle strutture business utilizzatrici di soluzioni in Cloud”.

Tra le sfide in corso c’è anche l’esigenza di gestire e trasformare i Big Data in smart data, i volumi crescenti di dati, soprattutto destrutturati, evidenziati dal 68% delle aziende, spingono a rivedere le architetture server e storage, ad adottare soluzioni che permettano una maggiore valorizzazione dei dati raccolti.

“Per quanto riguarda l’Internet of Things – concluded la nota – area di nicchia che caratterizza il 29% delle aziende, la sicurezza fisica risulta il principale ambito di implementazione, cui si affiancano nel 2014 monitoraggio dei consumi energetici, efficientamento e monitoraggio ambientale”.

“L’impresa digitale non è un obiettivo ma un percorso già avviato, che accelera il suo ritmo nel 2014. E’ evidente che il Cio non è l’unico protagonista di questo cambiamento forte, che tocca l’Ict come il business, e che rende sempre meno netti i confini tra l’uno e l’altro – sottolinea Giancarlo Capitani (nella foto), presidente e amministratore delegato di NetConsulting – Cosa deve fare allora il CIO? Gestire sempre meno la tecnologia, governarla soprattutto; relazionarsi a tutti i livelli, dentro e fuori l’azienda, per essere lui promotore di innovazioni che anche altri sono in grado di portare in azienda, a partire dal Marketing”.

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