RAPPORTO

Assinform: investimenti Ict, si volta pagina

45esimo Rapporto: inversione di tendenza stimata entro il 2014. In vista il raggiungimento del +0,6% dal -4,4% registrato a fine 2013. Trainano cloud e big data. Il presidente Agostino Santoni: “Si riapre la sfida del recupero del gap digitale. Da Digital Venice e governo Renzi il la politico: l’industria IT farà la sua parte mettendo in campo le migliori capacità del sistema”

Pubblicato il 16 Lug 2014

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Svolta in vista nell’Ict dopo anni di decrescita. Finalmente si apre la prospettiva di un’inversione di tendenza. A fine 2014, il trend degli investimenti dovrebbe passare da -4,4% registrato a fine 2013 a + 0,6%, tornando a crescere. La stima è di Assinform, l’associazione delle imprese dell’Information Technology di Confindustria, che questa mattina a Firenze ha presentato il suo 45° Rapporto realizzato in collaborazione con NetConsulting.

“Pur tra evidenti difficoltà e resistenze, l’innovazione digitale sta contribuendo ad aprire nuovi scenari in Italia – ha dichiarato il presidente di Assinform Agostino Santoni, – A fine 2013, infatti, le componenti più innovative del mercato legate ad un uso diffuso e avanzato del web, cloud, servizi mobili, pagamenti elettronici, e-commerce, sicurezza, Internet delle cose, soluzioni di integrazione estesa in rete, piattaforme di gestione avanzate, hanno raggiunto un volume di circa 13 miliardi di euro. Si tratta, è vero, di una fetta ancora minoritaria per un settore che totalizza oltre 65 miliardi di euro l’anno, ma va considerato che l’accelerazione verso il cambiamento che queste componenti inducono nell’economia è molto forte, con effetti moltiplicatori e risultati in tempi sorprendentemente rapidi”.

Secondo il Rapporto Assinform oggi conta la capacità di sviluppare un ecosistema digitale, legata a doppio filo proprio alle nuove aree ICT. E queste in Italia mostrano dinamiche incoraggianti. Il cloud esprime un mercato ancora nascente (poco più di 750 milioni nel 2013), ma in forte crescita (+32,2%). Quanto ruota attorno alle nuove modalità di raccolta e utilizzo di dati è in movimento (le applicazioni connesse alla gestione dei dati cubano alcune centinaia di milioni; parte del mercato della sicurezza, nell’insieme pari a circa 760 milioni, riguarda ancora la protezione dei dati; le applicazioni analitiche valgono quasi 460 milioni). L’e-commerce, dopo gli 11,3 milioni del 2013 (+18%), ne promette 13,2 per il 2014 (+17%). L’Internet delle cose, ove i più diversi oggetti (in ambito industriale, logistico, veicolare, domestico, energetico-ambientale) acquisiscono funzionalità proprio grazie alla capacità di rilevare e scambiare dati, ha espresso nel 2013 un mercato di 1.430 milioni (+13%), atteso crescere ancora.

Ora è indispensabile avere la piena percezione delle opportunità che si vanno creando. – ha affermato Santoni – Le tecnologie del cloud computing, ad esempio, possono consentire alle PMI di accedere a costi contenuti ad applicazioni evolute e alla cooperazione nell’ambito di distretti e filiere; per la PA rappresenta una via fondamentale per superare la frammentazione degli asset, realizzando funzionalità avanzate a tutti i livelli centrali e locali, innovando e razionalizzando i processi”.

“In questo senso vanno anche le recenti prese di posizione del Governo Renzi, che in occasione di Digital Venice ha dichiarato come solo l’innovazione possa rilanciare il Paese, che deve ambire a ritrovare un ruolo di leadership in Europa – ha continuato Santoni – Ci aspettiamo azioni conseguenti, a partire dall’attuazione dei progetti di digitalizzazione connessi all’Agenda Digitale, che hanno grande impatto nel Paese come l’identità digitale, l’anagrafe unica, il fascicolo sanitario elettronico, la scuola digitale, i pagamenti e la fatturazione elettronica, solo per citarne alcuni. Da parte sua Assinform metterà a disposizione il know how e le migliori competenze delle proprie imprese in un’ottica di partenrship con le istituzioni interessate dalla digitalizzazione. Allo stesso tempo il nostro impegno è massimo nell’aiutare le Pmi a cogliere le nuove opportunità con azioni sul territorio. Oggi le piccole imprese contribuiscono a più della metà del Pil e al 65% dell’occupazione, ma solo soltanto al 24% della domanda business di ICT. Il nostro obiettivo è ribaltare questo rapporto. Sono obbiettivi sfidanti ma possiamo raggiungerli e siamo pronti a farlo”.

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