Cisco-Tandberg, ecco la roadmap della fusione

L’acquisizione della società norvegese da parte del colosso Usa porterà alla creazione di un Telepresence technology Group che ingloberà le soluzioni delle due aziende. Obiettivo: promuovere architetture interoperabili

Pubblicato il 15 Feb 2010

Il matrimonio tra Cisco e Tandberg dovrebbe finalmente celebrarsi
entro la prima metà di quest’anno: il fornitore californiano ha
detto di aspettarsi nei prossimi mesi il via libera delle autorità
regolatrici per la sua acquisizione da 3,4 miliardi di dollari del
competitor norvegese. Una volta arrivato il disco verde
dell’authority, i sistemi delle due aziende saranno resi
interoperabili in tempi record, assicura Cisco.

Il progetto dell’americana è dar vita al TelePresence technology
group, che ingloberà sia i prodotti Cisco che quelli Tandberg. Il
gruppo si concentrerà sugli standard per architetture integrate
aperte, di modo che sia più facile rendere interoperabili i
prodotti del gruppo e i sistemi di Unified communication di aziende
terze. Il nuovo TelePresence group includerà diverse linee di
prodotti: TelePresenza immersiva, sistemi per sale polivalenti,
sistemi personali, piattaforme, infrastruttura e TelePresenza come
servizio. Ogni unit comprenderà un mix di prodotti Cisco e
Tandberg.

Il nuovo gruppo di Telepresenza Cisco-Tandberg spingerà anche
l’acceleratore sull’adozione di una piattaforma integrata resa
pubblica dall’azienda americana il 26 gennaio col nome di
TelePresence interoperability protocol (Tip), nata per promuovere
l’interoperabilità con i prodotti di aziende terze. Alcuni
competitor, come Polycom, hanno tuttavia fatto notare che il nuovo
protocollo può sì aiutare a sviluppare soluzioni che dialogano
tra di loro, ma sarebbe più appropriato lasciare la creazione
degli standard a organismi indipendenti, non ad aziende che
rappresentano i player dominanti del mercato. Polycom non ha
firmato per aderire al Tip, al contrario di Tandberg, LifeSize
Communications e Radvision che, a detta di Cisco, hanno già la
licenza per usare il protocollo.

L’interoperabilità è dunque il terreno su cui si giocherà la
prossima partita della telepresenza e dell’integrazione tra i
prodotti Cisco-Tandberg e di UC in genere. Ma non solo. La nuova
architettura integrata si concentrerà anche su altri aspetti che
Cisco ha definito "accesso a tutte le funzioni con un solo
pulsante” e "presenza continua”. Per Cisco – e altri
fornitori di tecnologia per telepresenza – spingere su questi
prodotti vuol dire aiutare le aziende a migliorare la
collaborazione e la comunicazione tra i dipendenti e con i partner
e clienti, riducendo al tempo stesso le spese legate a viaggi e
spostamenti. Inoltre, intenzione del colosso del networking di San
Jose è espandere gli ambiti in cui si usa la telepresenza ad aree
al di fuori della sala riunioni virtuale d’azienda, come le
classi universitarie, le sale convegni e le aule per i corsi
aziendali. Per esempio, il 10 febbraio Cisco ha annunciato che sta
creando un ambiente di telepresenza high-end in un’aula della
Fuqua School of Business della Duke University americana. Una
settimana prima, PepsiCo aveva reso noto di aver scelto il
fornitore californiano e Bt per un progetto di telepresenza che
interesserà i suoi principali uffici mondiali. 

Cisco ha cercato con decisione l’ingresso e l’affermazione nel
mercato della collaborazione video e della telepresenza immersiva.
Per l’americana, il video rappresenta parte fondamentale del
mercato della collaboration, il cui valore è stimato sui 34
miliardi di dollari. Attualmente Cisco offre una linea di prodotti
high-end di telepresenza. L’acquisto della norvegese non solo
automaticamente elimina un’importante rivale, ma garantisce a
Cisco un ruolo più forte sul mercato di fascia media. Tandberg ha
attualmente un posizionamento molto solido, anche in Italia, dove
ha continuato a crescere anche nel 2009, nonostante la congiuntura
difficile.

La filiale italiana del fornitore di Oslo si è aggiudicata diversi
ordini sia nella pubblica amministrazione che nelle aziende
private, soprattutto nel settore manifatturiero, con un forte
successo non solo dei progetti di telepresenza ma anche di Unified
Communication, che hanno consolidato il ruolo di Tandberg come
leader nella comunicazione video di taglio business. Sempre in
Italia, la crescita è stata supportata dalla creazione del
Tandberg executive briefing center, uno spazio all’avanguardia
nel cuore di Milano, in cui clienti e partner hanno potuto vivere
l’esperienza video delle soluzioni Tandberg. Nel corso del 2009,
sono state oltre 150 le aziende che hanno visitato l’Ebc, per un
totale di più di 300 end user. A partire da gennaio 2010 Tandberg
Italia ha anche ampliato il proprio staff, che conta ora 15
persone. Sono stati inoltre creati un gruppo dedicato ai Top
Account, guidato da Lino Pizzi, e un nuovo team di sviluppo del
canale con sei persone. “La nuova struttura ci consente di essere
più vicini a clienti e partner, dando una risposta alla crescente
domanda del mercato, testimoniata dall’eccellente biennio 2008
– 2009”, secondo Michele Dalmazzoni, Country manager di
Tandberg Italia.

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