Rimuovere gli ostacoli alla diffusione della moneta elettronica, in particolare introducendo tetti massimi alle commissioni interbancarie e la detraibilità fiscale per la gestione del Pos: lo chiede Confcommercio proponendo misure concrete per favorire il passaggio ai pagamenti virtuali.
La riduzione dell’uso del contante e una più marcata diffusione della moneta elettronica “rappresentano un obiettivo condiviso e dai molteplici benefici per la collettività” osserva la confederazione dei commercianti, elencandone i benefici: “maggiore sicurezza per gli esercenti, migliore propensione agli acquisti per i consumatori e la possibilità di tracciare tutti i movimenti, con evidente utilità nel contrasto dell’evasione fiscale, per la Pubblica Amministrazione”.
Confcommercio chiede però che i costi derivanti dall’uso di strumenti per l’utilizzo della moneta elettronica non ricadano esclusivamente sugli esercenti, “come attualmente avviene”. Anche perché ad essere maggiormente penalizzate sono le imprese di minori dimensioni.
In sintesi la confederazione propone: l’introduzione dei tetti massimi alle commissioni interbancarie in coerenza con quanto previsto dalla proposta di Regolamento della Commissione Ue sulle commissioni interbancarie, del 24 luglio 2013; la ridefinizione della clausola cosiddetta di “non discrimination rule” per favorire l’utilizzo degli strumenti di pagamento più efficienti, in coerenza con quanto previsto anche dal Libro verde della Commissione europea del 2012 “Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti”; la detraibilità fiscale di tutti gli oneri legati all’installazione e alla gestione del Pos.
Per Confcommercio “molto meglio sarebbe stato rispettare un principio di gradualità, prevedendo l’introduzione dell’obbligo del Pos al di sopra di predeterminati livelli di fatturato e procedere ad una ridefinizione ‘sostenibile’ delle commissioni bancarie, consentendo a tutte le imprese di beneficiare delle economie di scala derivanti dall’aumento complessivo dei volumi transatti a livello di sistema”.
L’associazione auspica, pertanto, che il nuovo tavolo di lavoro aperto dal Ministero dello Sviluppo Economico porti alla definizione con assoluta chiarezza dei criteri idonei a garantire una riduzione dell’uso del contante e una crescita del grado di sicurezza che escludano un aggravio di costi per le imprese.
L’incidenza percentuale dei costi legati agli incassi tramite Pos cresce al diminuire della dimensione aziendale, anche in relazione al minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario. “Vi è, dunque, una maggiore penalizzazione per le imprese di minori dimensioni” osserva Confcommercio.
Analizzando il caso di due imprese, una con fatturato annuo pari a 150mila euro e l’altra con fatturato annuo di 400 mila euro, si è visto che per la prima l’incidenza stimata sul fatturato incassato tramite Pos, al netto dell’Iva, è più alta, pari al 3,12% (1.920 euro), mentre per la seconda è del 2,22% (3.645 euro).