INTERVISTA CON IL MINISTRO

Orlando: “Con l’e-justice l’Italia riparte”

Il ministro della Giustizia: “L’informatizzazione del comparto sosterrà la crescita e riporterà le imprese ad investire. Il processo civile telematico sarà il banco di prova”. Ma l’IT da sola non basta: “Serve snellire i processi. Avanti sulla degiurisdizionalizzazione”

Pubblicato il 21 Lug 2014

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La giustizia digitale è un volano per il sistema Italia. Una leva per aumentare gli investimenti, anche esteri. Andrea Orlando, ministro della Giustizia, racconta al Corriere delle Comunicazioni le strategie del governo nel settore.

La lentezza della giustizia civile mina la competitività dell’Italia e rappresenta dunque un freno ad investire. La digitalizzazione può aiutare a rassicurare le imprese?

Le inefficienze della Giustizia civile hanno un impatto devastante sul sistema economico e sulla società nel nostro Paese. Il danno prodotto all’economica per la lentezza della Giustizia civile è pari a circa l’uno per cento del Pil. I tempi medi per la risoluzione di una controversia in materia civile sono di circa 10 anni. Si tratta di tempi non compatibili con la condizione di un Paese moderno. Questo tema rappresenta una delle maggiori preoccupazioni delle imprese, scoraggia gli investimenti esteri e produce una serie di effetti a cascata che rendono più fragile la crescita del Paese. A queste considerazioni va aggiunto il fatto che le inefficienze del servizio giustizia rappresentano uno degli elementi di divario tra nord e sud del Paese. Il processo civile telematico, eliminando i tempi morti costituiti da molteplici passaggi, velocizzerà le procedure e consentirà un migliore utilizzo delle risorse e una riqualificazione del personale.

Intende fare della digitalizzazione un punto chiave della sua azione di governo?

La digitalizzazione costituisce un importante pilastro su cui il ministero ha investito e investirà imponenti risorse umane e finanziarie, questo perché l’informatizzazione della Giustizia costituisce indubbiamente uno dei più seri investimenti verso il miglioramento del servizio al cittadino, e al tempo stesso anche un passo importante e fondamentale nella direzione di quella maggior efficienza del servizio giustizia che ci viene ormai richiesta da più parti e dall’Europa, anche come fattore di competitività del Paese.

Questo vuole essere un governo di legislatura: che obiettivi si dà al 2018 sul fronte della digitalizzazione della Giustizia?

La sfida più importante che però ci attende è quella del cambiamento culturale, senza il quale qualsiasi innovazione sul tema, compresa l’informatizzazione, è destinata a non produrre i frutti sperati. Serve un nuovo modo di concepire il processo, avvalendosi anche della più moderna tecnologia, che ci proietti alla ribalta nella dimensione europea.

Ad oggi sono molte le pratiche digitali attuate da alcuni tribunali – quello di Milano, ad esempio, ha anticipato i tempi sul processo telematico civile. Come si possono mettere a fattor comune?

Le realtà territoriali hanno costituito in questi anni una risorsa fondamentale anche in direzione di quel cambiamento culturale di cui accennavo sopra. Ci sono esempi di alcune realtà virtuose in cui proprio l’avvio dell’informatizzazione ha permesso di realizzare una proficua collaborazione tra magistrati, personale amministrativo e avvocatura, ideando soluzioni organizzative e prassi di gestione del processo condivise che hanno condotto ad ottimi risultati.Vedo quindi nell’esperienza dei protocolli condivisi a livello territoriale la miglior soluzione per assicurare maggiore flessibilità e l’adozione di opportune soluzioni operative, agevolando l’applicazione della digitalizzazione informatica in tutte le sue forme. Con l’imposizione di un “modello nazionale” si rischierebbe, viceversa, di irrigidire e burocratizzare l’organizzazione di quegli uffici che hanno già individuato ed adottato delle best pratices. Ciò non toglie che alcune delle prassi virtuose possano essere esportate ed in tal senso stiamo pensando a linee di intervento meramente organizzative che attraverso la partecipazione attiva di impulso e coordinamento delle articolazioni del Ministero, possa agevolare il processo di diffusione di tali prassi.

Il 30 giugno è partito il Pct. Come intende monitorarne l’attuazione?

Abbiamo istituito un Tavolo Permanente Interistituzionale per verificare in una sede di sereno confronto, assolutamente necessaria in questo delicato periodo di transizione, lo stato di attivazione del processo civile telematico obbligatorio, recependo dagli interlocutori istituzionali partecipanti al Tavolo anche indicazioni su necessità e miglioramenti normativi e applicativi. Il ministero, inoltre, assisterà gli uffici giudiziari nelle situazioni di criticità e difficoltà.

Otto tribunali – secondo i dati del Consiglio superiore della magistratura – erano sguarniti di servizi telematici al 30 giugno. Come avete provveduto?

I dati riportati dal Csm si riferiscono ad una situazione di qualche mese fa. Come indicatomi dalla competente Direzione Generale dei Sistemi Informativi del mio Dicastero siamo andati avanti nei lavori di copertura che si stanno definendo e completando proprio in questo mese. Confido che questo si realizzi nei tempi previsti.

L’attuale dotazione IT riuscirà a sostenere il Pct e tutti gli atri progetti telematici?

Le dotazioni informatiche fornite attualmente agli uffici sono in grado di sostenere il processo di modernizzazione telematica come programmato dall’impianto normativo che stiamo varando in questi giorni. Ribadisco che da parte del Ministero sarà profuso ogni sforzo per agevolare gli uffici giudiziari per migliorare ed evolvere i sistemi informatici, adeguandoli alle necessità, anche future del Pct. L’informatizzazione anche del processo amministrativo devo ricordare che non è di competenza al mio Ministero. Colgo però l’occasione per rilevare che, essendo la digitalizzazione del processo un obiettivo importante del Governo, stiamo interagendo costantemente con la Giustizia amministrativa per offrire all’utenza e al cittadino livello di servizio che possano essere il più possibile uniformi. Proprio per questo i rappresentanti del Consiglio di Stato sono stati da me invitati a partecipare ai lavori del Tavolo Permanente sul processo civili telematico.

Come state accompagnando i tribunali al roll out del Pct?

Stiamo realizzando una serie di interventi normativi che consentano agli uffici giudiziari una migliore gestione del processo telematico, peraltro alcuni sollecitati proprio dalle componenti presenti al Tavolo Permanente. Stiamo offrendo agli uffici, tramite alcune circolari, alcune indicazione di carattere applicativo alle cancellerie che possano servire ad orientarle in questa prima fase di avvio del telematico. Ci tengo poi a ricordare che abbiamo già dispiegato formazione agli uffici e risorse necessarie per operare con il telematico e certamente continueremo in tale direzione. Il Ministero sta verificando le ulteriori necessità organizzative e di assistenza per essere pronti a dare risposta. Insomma non interventi isolati, ma una serie di azioni che nel loro complesso sono assolutamente dirette ad accompagnare gli uffici in questa fase di avvio con il processo civile telematico, azioni che ci tengo a ricordare grazie alle varie interlocuzioni che abbiamo aperto vedono anche, in parte, come compartecipi avvocatura e altri ordini professionali.

L’IT è una leva di efficientamento ma da sola non basta. Quali sono le azioni di accompagnamento sul fronte organizzativo?

L’informatizzazione non può da sola essere l’unica leva per raggiungere un servizio più efficiente e sto adottando una serie di azioni volte ad incidere proprio sull’organizzazione degli uffici intanto cercando di eliminare alcuni fattori che determinano il prodursi dell’arretrato che sul civile è noto in Italia essere di notevole livello. Tutti gli interventi normativi sulla degiurisdizionalizzazione vanno in tale direzione.

Oltre al processo civile telematico quali sono le azioni sul fronte innovazione che debbono essere messe in campo per efficientare la macchina della giustizia?

Il tema della organizzazione e della revisione dei processi lavorativi del personale amministrativo è fondamentale e saranno adottate interventi volti ad una miglioramento della professionalità del nostro personale amministrativo. Questo è un aspetto a cui tengo molto. Abbiamo appena varato la norma sull’ufficio per il processo che è intervento che incide sull’aspetto organizzativo ed è diretta ad assicurare al magistrato uno staff di assistenza complessiva nella sua attività giursdizionale. L’attenzione poi a progettualità in tema di organizzazione assicuro che sarà costante.

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