“La contraffazione è in forte aumento. Senza una modernizzazione e un rafforzamento del quadro legislativo la tendenza alla contraffazione continuerà a crescere in modo drammatico. In mancanza di iniziativa vi sarebbero conseguenze devastanti per l’innovazione e le società di tutte le taglie e di tutti i settori attraverso l’Europa, a tutto danno dei consumatori”. Lo si legge nella lettera, pubblicata dal Sole24 ore, che cento tra grandi aziende e associazioni di categoria hanno indirizzato al presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, per sensibilizzarlo sulla lotta alla contraffazione. Tra i firmatari nome del calibro di Apple, Basf, Adidas, Chanel, Lego, Michelin, Prada, Dior, Bayer, Lvmh e Cassina. Il rischio, secondo le 87 aziende e le 13 associazioni di categoria, è che si possa registrare “un impatto negativo per la salute e la sicurezza dei consumatori europei e dell’economia europea”.
Nel mirino del gruppo di aziende ci sono i giganti dell’e-commerce, come Alibaba e Amazon, che non farebbero abbastanza per limitare la circolazione sulle loro piattaforme di prodotti contraffatti, per un fenomeno che impatta in modo estremamente negativo sul business del brand, oltre che sulla qualità di merci e prodotti che arrivano sul mercato principalmente dal mercato cinese. Un tema particolarmente caldo se si considera che soltanto pochi giorni fa Alibaba ha celebrato il proprio “single’s day”, registrando vendite per 25,3 miliardi di dollari in un singolo giorno, e che si sta aprendo la stagione d’oro dell’e-commerce, che inizia con il Black friday e continuerà fino alle festività natalizie.
Proprio in questo periodo la commissione Ue è impegnata ad aggiornare le politiche commerciali comunitarie e innalzare una difesa a favore della proprietà intellettuale contro la concorrenza sleale dai paesi emergenti.
Una prima risposta alla missiva è arrivata da Lucia Caudet, tra i portavoce della Commissione: “La commissione sta rivedendo l’applicazione delle regole europee sulla proprietà intellettuale – afferma – rispettando l’approccio ‘follow the money’, con l’obiettivo di privare i violatori a livello commerciale dei loro flussi di reddito. Stiamo preparando una serie di iniziative per modernizzare il quadro legislativo”.