Sempre più spesso si sommano pareri contrastanti che finiscono per annullarsi a vicenda. Il cloud porta con sé opportunità e quindi conviene abbracciarlo senza remore, oppure i rischi sono ancora prevalenti ed è meglio tirare il freno e muoversi con maggiore prudenza? I pareri sono discordi, Corriere delle Comunicazioni ha raccolto alcune ricerche sul tema.
Secondo una ricerca sul cloud computing dell’Harward Business Review in collaborazione con Verizon, il cloud offre un vantaggio competitivo notevole. Il 70% del campione intervistato ha dichiarato che il cloud riduce la complessità. La ricerca dell’Harvard Business Review (HBR) mostra la correlazione tra utilizzo del cloud computing e agilità di business e vantaggio competitivo in netto aumento. La ricerca, patrocinata da Verizon Enterprise Solutions, ha coinvolto un piccolo campione di lettori dell’Harvard Business Review appartenenti a grandi e medie imprese di tutto il mondo.
L’obiettivo della ricerca era comprendere ciò che aziende e gli enti governativi pensano del cloud e come tale pensiero influisca sull’adozione e il valore percepito dello stesso. La ricerca mette in evidenza dei risultati interessanti, tra cui: il 70% delle aziende intervistate ha adottato il cloud computing; il 71% si aspetta che il cloud sia in grado di ridurre la complessità del proprio business; il 74% dichiara che il cloud ha fornito alla propria azienda un vantaggio competitivo; il 60% afferma che il cloud migliora la produttività dei dipendenti
Di tutt’altro taglio, invece, è il parere di Kaspersky Lab, azienda russa specializzata in sicurezza informatica. Secondo Kaspersky, infatti, i criminali informatici mirano a sfruttare i servizi cloud. In particolare, spiegano gli esperti di Kaspersky, i servizi di archiviazione per il cloud sono molto popolari tra gli utenti di Internet nonostante spesso i rischi che derivano dall’utilizzo di questi servizi compensino i vantaggi. Ad esempio, accade che molti utenti seguendo i consigli degli esperti, memorizzino le scansioni dei propri documenti (ad esempio passaporto, la tessera sanitaria, la patente, la carta di identità) direttamente su cloud, nonostante il servizio sia caratterizzato da vulnerabilità in grado di mettere a repentaglio la sicurezza dei dati personali.
Succede anche che si utilizzino le tecnologie cloud per scopi diversi da quelli per cui sono state progettate con conseguenze particolarmente dannose. È sempre più facile, infatti, reperire le istruzioni per sfruttare questi servizi al fine di monitorare a distanza i propri computer o ad esempio controllare, sempre a distanza, i download di documenti su rete torrent. Seguendo queste istruzioni però gli utenti creano inavvertitamente diverse falle di sicurezza facilmente sfruttabili dai criminali informatici, soprattutto nei casi di attacchi mirati. Gli esperti di Kaspersky hanno quindi deciso di dare un’occhiata più approfondita ai possibili rischi di infezione ai quali può essere sottoposta una rete aziendale tramite i servizi cloud ed hanno scoperto ampie falle, vulnerabilità e rischi di primaria grandezza per quanto riguarda la vita aziendale.
Qual è la soluzione, dunque? Probabilmente non esiste un parere che possa mettere d’accordo tutti. Piuttosto, un “giusto mezzo” tra la possibilità di sfruttare i vantaggi e le opportunità che derivano dalle nuove tecnologie da un lato e dall’altro la prudenza che dovrebbe spingere a muoversi con consapevolezza e a costruire delle policy e dei sistemi di governance che consentano di minimizzare i rischi di sicurezza, perlomeno in ambito aziendale. Insomma, un po’ di buon senso di sicuro non dovrebbe guastare.