Il governo pronto a tagliare le tasse sulla banda larga. Il decreto “Sblocca Italia” che dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri giovedì prevede che le imprese che realizzano investimenti nelle infrastrutture a banda larga fissa e mobile, wireless e via satellite, compresi in piani industriali approvati successivamente al 30 giugno 2014, potranno usufruire del credito d’imposta su Ires e Irap pari al 70% dell’investimento. Sono compresi nel programma di agevolazioni anche gli interventi infrastrutturali di backhaul relativi all’accesso primario e secondario attraverso cui viene fornito il servizio a banda ultralarga all’utente.
La bozza del decreto prevede condizioni e soglie minime di investimento ben precise: gli interventi dovranno soddisfare un obiettivo di pubblico interesse previsto dall’Agenda Digitale Europea e gli investimenti non potranno essere inferiori a determinati importi sulla base della popolazione dei comuni interessati dagli interventi. Nel dettaglio nei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti, l’investimento privato non dovrà essere inferiore a 200 mila euro. Nei comuni tra 5 e 10 mila abitanti non si potrà scendere al di sotto dei 500 mila euro. L’investimento non potrà essere inferiore a 1 milione di euro nei comuni che contano più di 10 mila abitanti. Sono esclusi dai benefici, gli interventi nelle aree in cui sia già operativo un fornitore di servizi di rete a banda ultralarga.
Il decreto prevede anche un fondo ad hoc per i Comuni. Nel 2015 è a disposizione delle opere indicate dai Comuni direttamente al premier un fondo ad hoc di 500 milioni di euro. Le proposte “di riqualificazione urbana e territoriale pervenute alla presidenza del Consiglio entro il 30 giugno” dovrebbero essere valutate e per gli interventi “ritenuti validi in quanto supportati da progetti definitivi e appaltabili’ e potranno utilizzare questo fondo”.
Novità dal testo per regole uniche per il settore edilizio, valide su tutto il territorio nazionale, da adottare attraverso un “regolamento edilizio-tipo” con cui saranno indicati i criteri generali per l’individuazione e la definizione dei parametri urbanistici ed edilizi, applicabili da tutti gli 8 mila comuni italiani. Semplificazioni anche per i procedimenti in materia edilizia, in particolare per chi fa interventi che consentono il recupero del patrimonio edilizio esistente e la riduzione del consumo del suolo
È poi in arrivo il piano strategico nazionale della portualità e della logistica: in programma la costituzione delle autorità portuali e logistiche di rilevanza europea (Genova-Savona; La Spezia-Marina di Carrara; Livorno Piombino; Napoli-Salerno; Gioia Tauro; Cagliari-Olbia-Porto Torres; Palermo-Trapani; Augusta-Catania-Messina; Taranto; Bari-Brindisi; Ancona; Ravenna; Trieste-Monfalcone e Venezia-Chioggia).