“Siamo una azienda che ha chiuso l’esercizio 2009 con un
fatturato di 394 milioni di dollari, in crescita del 18% anno su
anno, in un mercato in discesa. Adesso ci poniamo l’obiettivo di
arrivare a un miliardo di dollari nel giro di tre anni”. Questa
la dichiarazione rilasciata in data odierna da Philippe Elie,
regional director Southern Europe, Middle East & Africa di Riverbed
Technology, azienda quotata al Nasdaq che non ha debiti e può
contare su 326 milioni di dollari di liquidità da investire in
acquisizioni. Riverbed opera in un mercato, quello della
ottimizzazione delle Wan (reti geografiche), che nello scorso
anno è stato worldwide di 1,1 miliardi di dollari e promette di
crescere nell’anno in corso del 25%. In questo specifico segmento
Gartner assegna a Riverbed una share del 34,3%, più di Cisco, che
occupa la terza posizione (nel mezzo si trova Blue Coat
Systems).
In Italia la crescita nel 2009 è stata maggiore di quella della
casa madre – ha aggiunto Albert Zammar, regional sales manager di
Riverbed Technology Italia – e l’alto profilo di sviluppo é
proseguito anche nel primo scorcio dell’anno. I driver del
successo? Le soluzioni proposte da questa azienda permettono di
abbattere i costi, di migliorare l’efficienza delle reti e di
ottimizzare l’uso delle applicazioni, anche con l’adozione dei
concetti del cloud.
Nel mondo conta circa 7000 clienti, che raggiunge tramite partner.
In Italia i partner sono di due categorie: i rivenditori (quelli in
possesso delle certificazioni sono una decina) e i provider di
servizi professionali (Telecom Italia, FastWeb e British Telecom).
I prodotti di questa azienda, in altri termni, consentono alle
aziende che ne acquistano le licenze di realizzare tre vantaggi
principali: ottimizzazione delle Wan, anche di dieci volte;
consolidamento delle infrastrutture; accelerazione delle operazioni
di back up e recovery, area quest’ultima in cui secondo Zammar
c’è molto da fare in Italia.
Secondo Idc le soluzioni Riverbed si ripagano in un periodo massimo
di 10 mesi.