LTE

Elettrosmog, (altri) 90 giorni per le linee guida. Avenia: “Scandaloso”

Un emendamento al Dl Competitività rimette in moto un iter impantanato da due anni. Ma bisognerà aspettare altri tre mesi. Asstel non ci sta: “Basta con la politica del gambero. La burocrazia frena gli investimenti”

Pubblicato il 06 Ago 2014

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Un emendamento passato ieri alla Camera, nel decreto legge Competitività, rimette in carreggiata una normativa promessa agli operatori nel 2012 e che sembrava ormai persa nei ritardi: è quella che concederebbe alle telco paletti meno rigidi per le emissioni elettromagnetiche, secondo quanto previsto nel decreto Crescita 2.0.

Tema molto sentito dagli operatori perché significa poter sviluppare più in fretta e a costi minori le nuove reti 4G. Grazie a limiti elettrosmog meno rigidi, infatti, potrebbero riutilizzare le antenne esistenti, senza essere costretti a metterne nuove (come devono fare ora). L’emendamento adesso chiede al ministero dell’Ambiente di emettere “una o più linee guida”, che darebbero attuazione alla nuova norma, entro 90 giorni, sentita la commissione parlamentare trasporti alla Camera.

“Già: peccato però che già il Crescita 2.0 chiedeva di fare linee guida entro 60 giorni…E sono passati due anni”, ribatte Cesare Avenia, presidente di Asstel, associazione che in questo tempo si è battuta perché gli operatori ottenessero la normativa promessa.

Insomma, Avenia, non c’è ancora di che gioire?

No, perché questa è la politica del gambero: dopo due anni, invece di avere le linee guida, abbiamo una proroga di 90 giorni… Ergo, ulteriore burocrazia, ulteriori possibili perdite di tempo. Speriamo solo che il ministro agisca al più presto, tanto più che ormai queste linee guida sono già in gran parte pronte.

Se hanno fatto quest’emendamento però significa che finalmente si parte, no?

E’ il mio auspicio. Ma dopo due anni non è che possa essere contento. Anzi, diciamo pure che sono furente. Gli operatori hanno investito due anni fa- nelle licenze per le frequenze da utilizzare per l’Lte- appunto con la promessa che il Governo avrebbe risolto il problema più grave, che affligge la nostra normativa. Abbiamo imiti troppo stringenti, sulle emissioni, ulteriormente aggravati da modalità di misurazione molto gravose e non uniformi sul territorio. La nuova normativa non cambia i limiti ma migliora le modalità di misurazione.

Che cosa dovrebbe esserci, quindi, nelle linee guida?

Quello che era indicato nel Crescita 2.0: misurazioni più elastiche delle emissioni. In pratica significa la possibilità di riutilizzare, per il 4G, le antenne esistenti, cioè quelle dove ora ci sono le tecnologie 3G e Gsm. Gli operatori non possono farlo perché se sulla stessa torre mettessero anche il 4G sforerebbero gli attuali limiti, che sono infimi rispetto agli altri Paesi europei. Siamo in ritardo sulla copertura Lte al confronto con il resto dell’Europa. Speriamo solo che la situazione si risolva presto- sebbene sempre in forte ritardo- e che questo emendamento sia un segnale positivo di un nuovo impegno istituzionale a favore di quanto già dovuto agli operatori.

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