“Difendere gli interessi nazionali? Parole sagge”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, commenta le parole del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli e del presidente della Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini in merito alle “manovre” di Telecom Italia per Tim Brasil.
“Non siamo né passivi né invadenti. Il governo semmai fa il proprio dovere”: con queste parole il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli commenta l’eventuale entrata in scena dell’esecutivo nella vicenda Telecom Italia a seguito dell’offerta di Telefonica per Gvt che comporterebbe la cessione dell’8,1% di quota detenuta in Telco dagli spagnoli ai francesi di Vivendi.
“Seguiamo la vicenda con molta attenzione e siamo determinati a svolgere il nostro ruolo che è quello di perseguire l’interesse generale del paese”, ha detto il sottosegretario anche in risposta alle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, al Financial Times. Recchi pur negando qualsiasi coivolgimento del governo ha definito “stalinista” l’eventuale esercizio della golden power nell’eventualità di una fusione Tim Brasil-Gvt. “Semmai – è il parere di Giacomelli – stando almeno al testo che conosco, sarebbe il governo a dover valutare le scelte di Telecom, non il contrario. Non mi risulta nessuna norma che attribuisca al presidente di Telecom – o di altre società – il potere di decidere se, quando e come il governo debba usare le sue prerogative per tutelare, come suo preciso dovere, l’interesse nazionale”.
Bassanini da parte sua definisce l’offerta di Telefonica per la controllata brasiliana di Vivendi, Gvt, “un atto ostile verso Telecom Italia da parte del suo maggior azionista per bloccare il merger Gvt-Tim Brasil”. Bassanini si interroga se questa mossa di Telefonica non rappresenti “un problema nazionale”.
A difesa di Telecom si schirano anche i 5 Stelle: “Telecom Italia è e resta un asset imprescindibile per il nostro Paese ma Telefonica, pur essendo un importante azionista della nostra azienda, con le sue mosse in Sudamerica continua a metterla in difficoltà. L’Italia non può accettare che Telecom venga trattata come una cenerentola e per questo ha bisogno immediato di una ricapitalizzazione, che le consenta di modernizzare l’infrastruttura per competere sui mercati globali”.
Il Movimento annuncia che dopo la pausa estiva intende far calendarizzare una mozione Telecom, che prevede in primis la separazionedell’infrastruttura in rame da quella in fibra e la creazione di una società delle reti a maggioranza pubblica. “Vogliamo spingere il Governo a prendere una decisione risolutiva rispetto a un problema che continua a danneggiare fortemente la nostra economia”.