Novecento scrittori contro Amazon: la battaglia commerciale in corso da tempo tra il colosso dell’ e-commerce e la casa editrice francese Hachette arriva sulle pagine del New York Times, dove una lettera aperta firmata da 900 autori denuncia le azioni di boicottaggio messe in atto dell’azienda di Jeff Bezos e chiede sostegno ai lettori.
Hachette rivendica il diritto di stabilire termini di prezzo che riflettano “il valore autentico degli autori, e il lavoro svolto dall’editore, dal marketing alla distribuzione”. A causa della disputa sui prezzi dei libri digitali, Amazon ha iniziato un’opera di ostruzionismo rendendo complicato l’ordine di libri di autori come J. K. Rowling (l’autrice di Harry Potter) e James Patterson (il giallista inventore di Alex Cross) pubblicati da Hachette, attraverso escamotage tecnici, come l’impedimento del pre-ordine dei titoli in prossima uscita, o più semplicemente causando ritardi nella consegna.
Una protesta raffinata dal costo di 104 mila dollari sborsati da alcuni tra gli autori più facoltosi che hanno sposato la causa del suo promotore Douglas Preston.
Il quotidiano della Grande Mela rivela che, dall’inizio della disputa, le vendite di libri di Preston «hanno registrato un calo del 61 per cento, mentre quelle dei volumi in formato digitale sono crollate del 62 per cento».
Tra i firmatari nomi di primissimo piano come l’ autore della “Trilogia di New York” Paul Auster e la vincitrice del premio Pulitzer Jennifer Egan, il maestro indiscusso dell’ horror Stephen King e il geniale e fantasioso Michael Chabon. E ancora la regina dell’ultima stagione di bestseller Donna Tartt e il cantore delle sottoculture Jonathan Lethem. Proprio lui, alcune settimane fa a Milano, aveva parlato, in termini generali, dello stretto rapporto tra i libri e il dissenso. “Io credo che tutta la grande letteratura e tutta la grande arte – ha detto lo scrittore – ti trasportano in un luogo nel quale, in fondo, aumenta il tuo desiderio di dissenso, perché ti mostra la possibilità di vivere in un mondo diverso da questo”.
Certo, dietro la battaglia di tanti autori molto amati c’è anche una partita economica, nella quale Hachette cerca di consolidare la propria posizione nello stesso modo in cui lo fa Amazon. Ma nella sfida commerciale gli autori temono di essere i veri sconfitti, e per questo chiedono una nuova “mobilitazione intellettuale” di massa.