La rivoluzione della stampa 3D è una realtà, lo dicono i numeri. Dal “Do it yourself” dei maker, la nuova generazione di artigiani digitali, fino all’ingegneria del settore aerospaziale, la tecnologia delle stampanti 3D sta ridefinendo l’intera catena produttiva. E’ in atto quello che sintetizza la formula: “Dalla personalizzazione di massa, alla produzione di massa”, dal saggio del 1986 Future Perfetc di Stan Davis. Tanto che le maggiori società di investimento e venture capitalist, che si occupano di previsioni e ricerche di mercato, hanno pubblicato delle stime sullo stato e l’evoluzione del 3D Printing. La sintesi è contenuta nel rapporto “3D Printing Market Forecasts And Estimates 2014” pubblicato da Forbes. Le previsioni della Canalys, che misura l’impatto dell’innovazione, stimano che il mercato globale della stampa 3D crescerà dagli attuali 2,5 miliardi di dollari fino a 16,2 miliardi entro il 2018.
Negli soli Stati Uniti, Ibis World prevede che la produzione delle stampanti 3D, raggiungerà durante l’anno il valore di 1,4 miliardi di dollari. Una crescita annuale del 22,8%. A detenere le maggiori quote e a dominare il mercato, attualmente, c’è la 3D Systems Corporation con il 19,5%. E’ l’impresa fondata negli anni Ottanta da Charles ‘Chuck’ Hull, l’inventore della stampante 3D. A seguire c’è Stratasys con il 18,4%. Alla giornata organizzata dalla 3D System, lo scorso 10 giugno, per gli investitori e analisti, è stato rivelato come l’impresa stia valutando di inserirsi anche nel settore sanitario e biomedicale.
La Idc Consulting, specializzata in ricerche di mercato, rileva come la crescita di vendita delle stampanti 3D aumenterà, in tutto il mondo, al ritmo del 59% con un tasso di crescita stabile fino al 2017. In parallelo ad una previsione dell’aumento delle spedizioni del 27% e della diminuzione dei prezzi delle stampanti del 19%.
La Fargo Wealth Management, stima che le attuali entrate hanno raggiunto solo l’8% del potenziale del 3D Print. Le opportunità di questo segmento, nel mercato globale, avranno un valore fino a 28 miliardi di dollari entro quattro anni. Le previsioni degli analisti dei mercati azionari, sostengono che ci sarà una produzione, che arriverà a 7 miliardi di dollari nel 2020. Con un tasso di crescita annuo del 18%. Fino a scenari ipotetici, in cui si può addirittura arrivare ad una crescita tre volte superiore di 21 miliardi e del 24% del Carg (Compound annual growth rate).
La Wohlers Associates è una tra le più esperte società di consulenza nel monitoraggio della stampa 3D, in questo campo da decenni. Secondo i loro esperti, la crescita dei ricavi a livello mondiale negli ultimi 26 anni è stata in media del 27% e solo negli ultimi tre anni ha raggiunto il 32,2%. Questo è significativo per dare una dimensione, dicono gli analisti, a quella che è stata definita la “quarta rivoluzione industriale”. Il 67% dei produttori intervistati hanno dichiarato di utilizzare la stampa 3D nei loro cicli di produzione o che hanno già attivo un progetto pilota. Un altro 25% dichiara di volere adottare la tecnologia del 3D printing in un prossimo futuro.
Nello studio di Prince Waterhouse Cooper, è sottolineato come l’adozione delle 3D Printer nel settore aerospaziale – per manutenzione, riparazioni e pezzi di ricambio – ha prodotto un risparmio di 3,4 miliardi di dollari all’anno per riduzione di costi di materiale e trasporti. Sulla stessa direzione si muove anche la produzione militare e della difesa. Gli esperti di PWC, osservano che “la qualità e velocità delle stampanti 3D continuerà a migliorare e sarà un processo vitale per un numero sempre crescente di applicazioni, comprese le parti di produzione tradizionali – spiegano -. Nessuno sa quanto rapidamente la tecnologia potrà maturare, ma farà passi significativi entro i prossimi cinque anni”.
Un indicatore importante della rivoluzione manifatturiera in atto, arriva anche dal lato dei rivenditori. C’é la scelta del colosso dell’e-commerce Amazon, che ha dedicato un’intera sezione per la vendita di articoli stampati in 3D e realizzati dai maker. E sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche eBay, che ha annunciato di volere aprire uno store dedicato.
Massimo Banzi, inventore della scheda elettronica Arduino e co-curatore della Maker Faire Europe, spiega che grazie anche allo scadere di alcuni brevetti, stiamo vivendo una accelerazione e una vera e propria “transizione dell’intero sistema culturale, economico, produttivo e sociale. La ‘democratizzazione’ del 3D printing – sottolinea Banzi – può impattare sull’attuale sistema produttivo occidentale. Stiamo andando verso un mondo in cui continueranno a esserci i colossi industriali ma accanto a loro nasceranno migliaia di piccole aziende di prodotti di nicchia. Da un lato ci sarà la possibilità di inventare e di prototipare sempre più alla portata di tutti e dall’altro questi strumenti saranno sempre più raffinati. Potranno, quindi, dare vita a piccole serie di prodotti e invenzioni a prezzi ragionevoli”.