Tripoli: “Più Ict nel futuro di Industria 2015”

Il capo dipartimento  del Mse fa il punto sul programma. “Abbiamo attivato bandi per assegnare incentivi pari a 570 mln di euro. E nei prossimi mesi spingeremo ancora di più sull’IT per far crescere il potenziale delle aziende italiane”

Pubblicato il 22 Feb 2010

Era stato voluto dall’ex ministro allo Sviluppo economico,
Pierluigi Bersani, per rilanciare l’Italia in settori considerati
abilitanti, poi era stato temporaneamente messo da parte
dall’attuale governo che aveva concentrato l’attenzione nella
modernizzazione della PA per trainare l’innovazione di tutto il
sistema Paese. Ora Industria 2015 è tornato alla ribalta: il
ministro allo Sviluppo economico, Claudio Scajola, lo ha più volte
portato come esempio di politica pubblica. Ma a che punto è il
progetto? A fare il punto sullo stato dell’arte e sulle
possibilità si sviluppo, Giuseppe Tripoli, capo
dipartimento Impresa e Internazionalizzazione del Mse.

Dottor Tripoli a che punto è Industria 2015?
I progetti di innovazione industriale finora adottati riguardano le
tre aree tecnologiche di “efficienza energetica”, “mobilità
sostenibile” e “nuove tecnologie per il made in Italy”. In
tale ambito sono stati attivati tre bandi per assegnare incentivi a
imprese ed enti di ricerca per complessivi 570 milioni di euro,
risorse destinate alla realizzazione di progetti per lo sviluppo di
prodotti ad elevato grado di innovazione tecnologica. I risultati
sono soddisfacenti: i due bandi già conclusi (efficienza
energetica e mobilità sostenibile) hanno consentito di assegnare
380 milioni di euro a 55 progetti,  che coinvolgono 588 imprese e
185 enti di ricerca, con investimenti previsti per circa 1 miliardo
di euro.  In questi ambiti saranno sviluppati interessanti
innovazioni: il motore alimentato con celle a idrogeno e pannelli
fotovoltaici, sistemi infotelematici per la gestione della
mobilità; nel campo dell’efficienza energetica è prevista la
realizzazione di  elettrodomestici ad alta efficienza, materiali
innovativi per l’edilizia e l’architettura bioclimatica, motori
industriali elettrici a basso consumo. Per il bando “Made in
Italy”, cui sono destinati 190 milioni di euro, i progetti da
finanziare saranno individuati a breve, a conclusione della seconda
fase di valutazione, attualmente in corso; i progetti
pre-selezionati sono stati 237 a fronte di 429 domande presentate,
coinvolgendo 1846 imprese e 659 enti di ricerca. 
Quali sono i progetti che più riguardano
l’Ict?

L’Ict è presente in molte dei filoni di innovazione indicati nei
bandi finora emanati, in quanto costituiscono tecnologie abilitanti
trasversali.  Ci sono però alcune tematiche in cui l’ambito Ict
è più direttamente coinvolto, come fattore caratterizzante
dell’innovazione: si pensi ad esempio al bando per la mobilità
sostenibile nelle parti riguardanti i “Sistemi per la mobilità
sicura ed integrata fra veicoli ed infrastrutture per il trasporto
di persone e/o merci”e i sistemi per la “gestione del
trasferimento intermodale di persone e/o merci nei nodi di scambio
tra “l’ultimo miglio” marino e il “primo miglio”
terrestre”; i progetti finanziati in queste due aree prevedono
investimenti per circa 170 milioni di euro. Quanto al bando “Made
in Italy”, sono direttamente rivolti  all’Ict i temi
progettuali riguardanti le macro aree della “cooperazione
produttiva” e del “presidio strategico dei mercati”, che
presuppongono spesso lo sviluppo di piattaforme altamente
sofisticate. Tra i progetti già ammessi alla seconda fase di
valutazione, quelli appartenenti all’area Ict prevedono
investimenti per oltre 760 milioni di euro. Se poi consideriamo il
settore di appartenenza delle imprese che hanno partecipato ai
bandi, circa il 20% di tali imprese opera nel campo Ict.
Quali saranno i prossimi passi del programma?
Si proseguirà con l’adozione dei progetti di innovazione
industriale per le aree riguardanti le “tecnologie della vita”
e  le “tecnologie per i beni e le attività culturali e
turistiche”. Sono in corso i rispettivi iter di approvazione, che
prevedono la concertazione con le amministrazioni interessate e con
la Conferenza Stato-Regioni.  La Legge Sviluppo n.99/2009,
promossa dal Ministro Claudio Scajola, ha confermato inoltre il
programma, innovandolo con l’individuazione di nuove aree
tecnologiche:  l’Ict, l’aerospazio e le tecnologie per
l’ambiente. Questa normativa, peraltro, prevede anche un
meccanismo di “aggiornamento” delle aree tecnologiche, proprio
nell’intento di assicurare  una ricalibratura continua degli
interventi per mantenere up to date lo strumento dei Progetti di
Innovazione Industriale rispetto alle esigenze del sistema
imprenditoriale.
Il ministro Scajola ha avviato iniziative a supporto
dell’hi-tech nelle Pmi  del valore di 12,5 milioni e contratti
di innovazione tecnologica per 2 miliardi di euro. Come si
inseriscono – se si inseriscono – queste azioni all’interno di
Industria 2015?

La logica comune che collega questi strumenti è sicuramente quella
di spingere le imprese al raccordo ed alla collaborazione con il
sistema della ricerca.  Una politica industriale per il
rafforzamento della competitività del Paese deve, infatti, far
leva su un comune denominatore, quello di spingere al massimo
sull’innovazione, anche se diversificata per tipologie di settori
e dimensione aziendale.
In che direzione andranno le propssime iniziative del
ministero della Sviluppo economico?

Diciamo che il faro sarà la Legge Sviluppo. Daremo ampia
diffusione al contratto di rete, uno strumento fortemente
innovativo che mira a rafforzare la competitività delle Pmi
attraverso nuove modalità di aggregazione e collaborazione,
consentendo anche a un’impresa di piccole dimensioni di
affrontare, con nuove strategie e strumenti che agendo
singolarmente non si potrebbe permettere, le sfide del mercato
globale. Inoltre c’è la necessità del riordino del sistema
degli incentivi, in modo da razionalizzare gli interventi oggi
esistenti, in un’ottica di semplificazione e di massimizzazione
della loro efficacia, snellendo le procedure istruttorie a carico
delle imprese ed utilizzando quanto più possibile il canale
telematico.

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