Un software per stimare il livello di rischi di infiltrazioni della
criminalità organizzata negli appalti pubblici. Si chiama
Ris.i.c.o., ed è stato sviluppato da Transcrime, Centro
interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Università
degli Studi di Trento, in collaborazione col Ministero
dell’Interno.
Il software è pensato per le forze dell’ordine e per tutte le
autorità di vigilanza che hanno accesso a database delle forze di
polizia, e punta ad offrire informazioni per selezionare
preventivamente i contratti su cui concentrare le attività di
prevenzione e di indagine. Se la cosa funzionasse sarebbe un bene
per un Paese come l’Italia che nel 2008 ha affidato contratti
pubblici per un valore complessivo di 76 miliardi di euro.
Il programma si serve di un modello statistico basato su diverse
variabili e fonti di dati: informazioni sul contesto territoriale,
tipologia di gara e procedura di aggiudicazione, caratteristiche
dell’attività economica interessata, informazioni sugli importi
delle gare e prezzi di aggiudicazione, sulle imprese partecipanti e
le persone coinvolte. Ad esempio, un comune in passato
commissariato per mafia, l’esistenza di molte stazioni
subappaltanti, il coinvolgimento di persone con precedenti penali,
sono fattori che aumentano notevolmente il rischio di
infiltrazioni.