La crescente focalizzazione sui Big Data e sulle Business Analytics (in breve, tecnologie BDA) come leva per acquisire un vantaggio competitivo è oggi sia un’opportunità che una sfida per molte organizzazioni aziendali, sostiene IDC. Il poter avere accesso a tutti i dati che contano – strutturati e non -, la capacità di analizzarli in tempi brevissimi e la promessa di migliori e più veloci decisioni hanno in effetti spinto queste tecnologie in cima alle agende dei top manager aziendali, non solo dei CIO. A livello mondiale, i due segmenti crescono a ritmi nettamente superiori a quelli del mercato IT nel suo complesso, a testimoniare gli investimenti in atto e l’intento da parte della funzione IT di cogliere realmente questa opportunità. Secondo le previsioni di IDC, nel periodo 2013-2017 il comparto dei Big Data (software, hardware e servizi) crescerà con un CAGR (tasso composto medio annuo) del 27%, quello delle Business Analytics (sempre calcolando software, hardware e servizi) con un CAGR del 10,8%. Nel 2013, evidenzia IDC, il valore totale del mercato mondiale dei Big Data è stato di 12,6 miliardi di dollari, quello delle Business Analytics di ben 104,1 miliardi.
Con il passare degli anni, osserva IDC, la distinzione tra tecnologie Big Data e Business Analytics si farà sempre più labile e le aziende tenderanno a sviluppare strategie analitiche omnicomprensive che indirizzeranno tutti i requisiti di accesso, analisi e gestione dei dati.
Ma prima di giungere a un tale livello di maturità, IDC ritiene che i CIO dovranno affrontare e superare una serie di sfide importanti. L’uso delle tecnologie BDA per supportare effettivamente le strategie di business richiede infatti diverse abilità. Innanzitutto, collezionare e aggregare fonti interne ed esterne di informazioni strutturate e non strutturate – spesso in tempo reale – senza soluzione di continuità così da permetterne l’analisi; in secondo luogo, dare un senso a queste analisi, ovvero estrarre dai dati un valore reale; quindi, determinare come e a chi rendere disponibili queste analisi, venendo incontro alle diverse esigenze di CEO, CMO, CFO… A rendere le cose più complicate, è infine necessario che la funzione IT si renda conto che non tutte le soluzioni BDA sono ugualmente applicabili al proprio mercato e ai propri processi.
Gran parte delle aziende italiane non ha ancora raggiunto un grado di maturità tale da padroneggiare il ventaglio di requisiti necessari per capitalizzare gli asset Big Data e implementare soluzioni analitiche per ottimizzare decisioni operative, tattiche e strategiche. Tuttavia, compito del CIO è di cogliere questa opportunità e vincere la sfida. Andando anche oltre l’aspetto puramente tecnologico. Per la precisione, facendosi carico di promuovere una più stretta collaborazione a livello di decision makers – qualità essenziale secondo IDC per il successo di un progetto BDA -, che richiami oltre a IT e LOB anche la trasformazione organizzativa e delle strutture interne di competenza (BI team, analytics competence center ecc.).
Nel corso della Big Data & Analytics Conference 2014 di IDC Italia verranno affrontati e approfonditi diversi argomenti che aiuteranno i partecipanti a raccogliere le best practice e le raccomandazioni di altre aziende proprio per comprendere il reale potenziale dei Big Data e i vantaggi competitivi della Business Analytics.
Il 18 settembre a Milano, presso l’Hotel Melià, esperti di IDC e CIO di importanti aziende italiane e internazionali spiegheranno come le tecnologie BDA possano portare in azienda una nuova cultura della Business Information. Tra gli interventi, oltre a quelli di IDC e dei vendor sponsor dell’evento, sottolineiamo quelli di Davide Cervellin, Head of Analytics for Merchant Development di eBay, Carlo Capalbo, CIO de Il Sole 24 Ore, Gianni Origgi, Responsabile Sistemi Informativi Aziendali dell’AO Niguarda Ca’ Granda Milano, ed Enrico Parisini, Responsabile Sistemi informativi di Conserve Italia.