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Ovum: M2M, le Tlc faranno soldi con i dati più che con le connessioni

In palio 25 miliardi di dollari entro il 2019 per gli operatori mobili. A patto che sappiano puntare sulla raccolta e integrazione dati intorno ai loro clienti, andando oltre la tradizionale gestione della connettività

Pubblicato il 02 Set 2014

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Le telco devono puntare di più sulla loro capacità (e pubblicizzarla meglio) di trasportare, raccogliere e aggregare grandi quantità di informazioni per conquistarsi una fetta più consistente del mercato delle comunicazioni machine-to-machine (M2M) oggi in pieno sviluppo. E’ quanto sostiene nel suo nuovo studio la società di ricerche Ovum: gli ultimi dati rivelano che il mercato della connettività cellulare M2M genererà un totale di 252 miliardi di dollari nel periodo 2015–19 e rappresenterà un’interessante opportunità di guadagno per gli operatori mobili che sapranno investire in risorse che già hanno a disposizione e che a volte non sfruttano pienamente, in particolare la capacità di mettere insieme dati.

Secondo le previsioni di Ovum sulla connettività cellulare M2M, le connessioni globali cresceranno del 162% nei prossimi cinque anni per arrivare a 530 milioni. Il maggior numero di connessioni sarà in Asia e Oceania (oltre 200 milioni entro il 2019), e poi in Europa e nelle Americhe.

Secondo Ovum, la quota di guadagno degli operatori sul totale del mercato M2M salirà a 25 miliardi di dollari nel 2019. Nel 2013 il guadagno degli operatori su questo mercato era per lo più rappresentato dalla connettività gestita (43%) e dal trasporto dati a livello di rete (36%), ma nei prossimi anni le maggiori opportunità di revenue saranno su altri livelli (per esempio, il 50% sarà rappresentato dall’attività di integrazione): gli operatori devono dunque guardare oltre la connettività per trarre il massimo del profitto dall’M2M.

“Gli operatori mobili hanno assunto un approccio soft all’M2M e tendono a restare all’interno dei loro tradizionali settori di esperienza, in particolare la gestione della connettività, ma noi pensiamo che da qui arriverà solo una piccola parte delle revenue”, sottolinea Jamie Moss, senior analyst di Ovum. “Invece, devono far leva su altre loro capacità, in particolare quella di aggregare grandi quantità di dati intorno ai loro clienti. Noi vediamo che la gestione delle applicazioni e dei device è il nuovo focus dell’M2M e la capacità di mettere insieme grandi quantità di dati sarà di enorme valore”.

Con lo sviluppo delle opportunità legate all’M2M anche i modelli di business che gli operatori adottano per guadagnare da questo mercato evolveranno: per esempio, una strategia sempre più diffusa è quella di ricorrere all’outsourcing per acquisire specializzazioni sull’M2M; alcuni operatori hanno addirittura comprato dei fornitori di servizi M2M, brevetti compresi, per poter poi rivendere questi servizi su altri mercati o usare le risorse acquistate per sviluppare nuovi servizi. Altri operatori hanno scelto la partnership con specialisti dell’M2M, altri ancora danno in licenza delle suite di servizi M2M di terze parti.

“Alla fine l’M2M è tutto incentrato per l’operatore mobile sull’essere partner e non cliente di un’impresa “, dice Moss. “L’M2M è un mercato con dinamiche uniche, dove l’obiettivo dell’operatore mobile è diventare parte integrante della strategia di lungo termine dell’impresa, non semplicemente un service provider”.

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