E’ arrivata la conferma ufficiale della Ipo di Zalando. L’e-commerce di scarpe e abbigliamento il 2 settembre ha reso pubblici i piani per quotare in borsa il 10-11% della società tedesca con sede a Berlino, sui listini della Frankfurt Stock Exchange. “La quotazione sul mercato azionario è un passo logico e successivo all’evoluzione di Zalando. La raccolta di capitale così ci fornisce maggiore flessibilità per perseguire azioni di crescita a lungo termine e in modo indipendente da condizioni di mercato e dei cicli economici” ha spiegato il Ceo Rubin Ritter in una nota. E’ una vendita di primo azionariato per Zalando, che è valutata 4 miliardi di euro. Le banche Morgan Stanley, Goldman Sachs International e Credit Suisse hanno ricevuto il mandato in qualità di joint global coordinators e joint bookrunner, con la German Bank e J.P. Morgan. Le due banche d’investimenti Jefferies e Stifel Nicolaus Europa, agiranno come co-lead managers per la quotazione del gigante europeo di moda online, che nel mese di luglio ha firmato un revolving credit facility per la durata di cinque anni e un importo di 200 milioni di euro. Le azioni saranno entro la fine del mese sui listini di Francoforte.
Zalando è il leader del mercato in Europa per la vendita di moda online, e con lo sbarco in borsa si prepara a arrivare sui mercati asiatici e in Usa in diretta competizione con il cinese Alibaba, che tra l’atro sta preparando l’Ipo. “Anche se non abbiamo ancora piani immediati” ha commentato il co-fondatore Robert Gentz, a margine dell’incontro sui dati semestrali del 28 agosto. L’e-commerce di moda ha chiuso il primo semestre con un fatturato in crescita del 29,5% e registrato così il primo utile operativo dalla sua fondazione. Zalando, che compete con la britannica Asos e l’italiana Yoox, ha registrato vendite pari a 1,047 miliardi di euro, mentre l’Ebit si è attestato a 12 milioni di euro contro una perdita operativa di 72 milioni dell’anno precedente. La crescita delle vendite ha rallentato al 25% nel secondo trimestre dal 35% del primo trimestre ma, ha sottolineato Ritter, “il gruppo sta ancora crescendo rapidamente rispetto al settore dell’e-commerce”. Il mercato europeo della moda vale 420 miliardi di euro, abbiamo una quota dello 0,5%”. Gli attuali azionisti di maggioranza sono il fondo di investimento svedese AB Kinnevik (36%), la Global Founders (17%), il magnate della moda danese Anders Holch Povlsen (10%), la DST Europe del russo Yuri Milner (8%) e la Holtzbrinck Ventures (8%).
E Zalando crescerà ancora nel prossimo anno, secondo le previsioni, e grazie alla nuova app: il mobile commerce rappresenta il 41% degli ingressi sul portale online. Il fondatore Robert Gentz ha spiegato: “proprio per questo Zalando punterà molto sul mobile nei prossimi mesi ed è in arrivo una nuova versione del sito in cui gli utenti potranno raccomandare articoli agli amici e anche una nuova linea dedicata, in particolare, alla moda”. Inoltre, lancerà anche il camerino virtuale e sta studiando le consegne con i droni in stile Amazon. “Stiamo ridefinendo il marchio per il fashion” ha affermato Gentz.
“Zalando sta entrando in una nuova fase – spiega il co-fondatore David Schneider – Oggi abbiamo uno dei magazzini più grandi e sofisticati d’Europa. Potremmo raddoppiare il nostro volume di vendite e senza molti problemi.” Il Ceo Ritter, infine, ha rassicurato gli investitori sui problemi legati ai resi della merce che in certi casi superano il 50%: “è una strategia per non spaventare i primi acquirenti e in questo modo farli tornare ad acquistare online”.
Il mercato italiano per Zalando è cresciuto del 104% nel 2013, sull’anno precedente. Gli articoli venduti in pratica sono raddoppiati e lo scorso gennaio Zalando ha raggiunto quota di 1 milione di utenti storici. “In Italia l’e-commerce parte da un livello più basso della media europea, ma cresce comunque molto velocemente”, spiega al Corriere delle Comunicazioni Giuseppe Tamola, country manager di Zalando per l’Italia. “Per cui facciamo anche gli ordini telefonici e i pagamenti alla consegna”.
La crescita non è stata del tutto facile, a cominciare dalla logistica. Come era stato fatto per il centro di spedizioni di Amazon nel 2013, un giornalista della tv tedesca Rtl si è fatto assumere nel centro logistico di Zalando a Erfurt, in Germania, per svolgere un’inchiesta sotto copertura. Nel servizio l’azienda è stata criticata“perché i dipendenti, con contratti precari, non potevano sedersi e dovevano camminare chilometri per spostare la merce”. Zalando ha risposto con l’aumento dei posti a sedere per i dipendenti, con dei corsi di formazione per i dirigenti, e ha trascinato l’emittente tedesca in tribunale per assenza di rettifica.
Zalando con questa Ipo lancia la sfida a Amazon, eBay e Alibaba e si prepara ad arrivare sui mercati Oltreoceano. E lo fa in contemporanea a Rocket Internet, l’incubatore di startup di e-commerce e mobile payments di Berlino, che per primo nel 2008 aveva creduto in Zalando con un round di finanziamento. Rocket – che da un anno ha ceduto le quote di Zalando – è stato fondato dai fratelli Oliver, Alex e Marc Smawer, chiamati anche i “brotherneurs”. Il 3 settembre la società di venture capital ha annunciato che ha riunito tutti i suoi e-commerce in un unico gruppo del fashion online, insieme al fondo di investimento svedese Kinnevik che detiene il 18% di Rocket (ed è anche il maggiore azionista di Zalando, nda). Dagli anni di fondazione 2011-2012 hanno attirato investimenti per 1 miliardo di euro da Access Industries, Summit Partners, Verlinvest, Pension Plan Ontario Teachers e Tengelmann. E hanno ancora circa 350 milioni in contanti, al 30 giugno, rileva la Reuters.
“Il Global Fashion E-commerce Group (Gfg) coprirà i cinque continenti, con un mercato della moda online in 23 paesi, ed è valutato 2,7 miliardi di euro” si legge nella nota di Rocket. “Per il commercio online di grandi marchi riconosciuti e anche delle migliori firme locali, sui mercati emergenti”. Del gruppo fanno parte gli e-commerce Dafiti (Brasile e America Latina), Jabong (India), Lamoda (Russia), Namshi (Medio Oriente) e Zalora (Australia e Sud Est Asiatico). Per un totale di 4,6 milioni di clienti attivi. Nel primo semestre del 2014, il gruppo ha ricevuto 8,4 milioni di ordini e generato 436 milioni di euro di volume lordo di merce venduta, per dei ricavi di 406 milioni di euro.
Rocket è rinomato per creare dei “cloni”, come CityDeal di Groupon e Alando di eBay che ha rivenduto agli stessi due colossi. L’incubatore in totale, nel mondo, controlla 100 società di negozi online e pagamenti elettronici. E’ famoso, appunto, per trapiantare questi tipi di business affermati nei mercati emergenti. Lo ha già fatto lanciando la Zappos del Brasile (Difiti), che fa parte del gruppo del fashion, l’Amazon dell’Indonesia (Lazada) e l’eBay della Nigeria (Kamyu). Da notare inoltre come nelle ultime tre settimane ci sono stati due annunci di partecipazioni per Rocket. La Holtzbrinck Ventures, con sede a Monaco di Baviera, sta per trasferire quote in equity in 7 società di e-commerce che fanno capo a Rocket Internet, in cambio del 2,5% del capitale azionario della società madre. E il service provider tedesco United Internet, ha acquisito con 435 milioni di euro delle quote delle partecipate di Rocket.
Tutti gli azionisti diretti e indiretti possono contribuire al gruppo in un ente di diritto lussemburghese di nuova formazione, con i tre maggiori azionisti del nuovo Gfg, Kinnevik con il 25,1%, 23,5% e Access Industries con 7,4%, riporta la Reuters. La transazione per creare il Gruppo del fashion dovrebbe concludersi alla fine del 2014 e non è ancora chiaro quale impatto ci sarà sulla quotazione di Rocket, riporta la Reuters, prevista a seguire di quella di Zalando.
Perché anche Rocket Internet dovrà lanciare la sua Ipo a breve, ed è un passo logico della formazione del gruppo del fashion degli e-commerce. Dato anche che condividono il maggiore investitore, che è il fondo svedese Kinnevik. E non temono di rubarsi tra loro gli azionisti, avevano riportato alcune fonti alle agenzie, visto che Zalando punterà molto sulla moda.
Questa doppia Ipo dei giganti europei degli e-commerce Zalando e Rocket Internet, si pone in uno scenario mondiale in cui dominano Amazon e il cinese Alibaba. Quest’ultimo, con maggiore azionista Yahoo, sta per lanciare l’Ipo più grande della storia da 20 miliardi di dollari, maggiore di Facebook e di quella di Visa che detiene l’attuale record. Attraverso le quotazioni le due società europee, che nascono dalla scena delle startup tecnologiche di Berlino, “hanno l’ambizione di diventare le due maggiori compagnie del web al di fuori degli Stati Uniti e Cina”, riporta il Wall Street Journal.