Uno studente su tre non ha mai visto una lavagna multimediale interattiva (Lim): lo sostiene un sondaggio del portale Skuola.net, all’indomani della sostanziale bocciatura da parte del governo Renzi di questo strumento nell’ambito delle proposte per la Buona Scuola contenute nel sito passodopopasso.
Docenti impreparati a utilizzarle, un’apparecchiatura che negli anni è rimasta spesso chiusa nel suo scatolone originario e che ora è da buttare, anche perché deve essere sostituita da tablet e pc tutti in rete con la banda larga: questo il quadro secondo il portale Skuola.net, che parla di “investimento sbagliato che ha fatto buttare tanti soldi pubblici”. Secondo il sondaggio, effettuato su un campione di 1.600 ragazzi, emerge che uno su 5 possiede una Lim a scuola ma non l’ha mai utilizzata. Solo un ragazzo su 5 dichiara di usarla regolarmente anche tutti i giorni, il 15% la utilizza una volta a settimana e il 13% addirittura una volta al mese.
La “rottamazione” delle Lim, sottolinea Skuola.net, parte proprio dal piano scuola di Renzi, dove si afferma: “Il processo di digitalizzazione della scuola è stato troppo lento, non solo per mancanza di risorse pubbliche. Abbiamo anche investito in tecnologie troppo pesanti, come le Lavagne Interattive Multimediali, che hanno da una parte ipotecato l’uso delle nostre risorse per innovare la didattica, dall’altra parzialmente ingombrato le nostre classi, spaventando alcuni docenti. La tecnologia non deve spaventare. Deve invece essere leggera e flessibile”.
E quindi spazio alla banda larga e al wi-fi, che permetteranno il Byod (Bring Your Own Device), letteralmente “porta il tuo dispositivo”, per cui la didattica verrà fatta sui dispositivi di proprietà degli studenti. Chi non ha un tablet proprio dovrebbe ricevere un aiuto dalle istituzioni per acquistarlo. E le Lim? Al macero, conclude Skuola.net.
Peraltro già Maria Chiara Carrozza, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca nel precedente governo Letta, aveva dichiarato l’anno scorso in un’intervista al Corriere delle Comunicazioni: “Dobbiamo cambiare rotta rispetto all’idea della Lim di Stato. È finita l’epoca in cui si acquistano piattaforme di Stato”.
Uno studente su tre non ha mai visto una lavagna multimediale interattiva (Lim): lo sostiene un sondaggio del portale Skuola.net, all’indomani della sostanziale bocciatura da parte del governo Renzi di questo strumento nell’ambito delle proposte per la Buona Scuola contenute nel sito passodopopasso.
Docenti impreparati a utilizzarle, un’apparecchiatura che negli anni è rimasta spesso chiusa nel suo scatolone originario e che ora è da buttare, anche perché deve essere sostituita da tablet e pc tutti in rete con la banda larga: questo il quadro secondo il portale Skuola.net, che parla di “investimento sbagliato che ha fatto buttare tanti soldi pubblici”. Secondo il sondaggio, effettuato su un campione di 1.600 ragazzi, emerge che uno su 5 possiede una Lim a scuola ma non l’ha mai utilizzata. Solo un ragazzo su 5 dichiara di usarla regolarmente anche tutti i giorni, il 15% la utilizza una volta a settimana e il 13% addirittura una volta al mese.
La “rottamazione” delle Lim, sottolinea Skuola.net, parte proprio dal piano scuola di Renzi, dove si afferma: “Il processo di digitalizzazione della scuola è stato troppo lento, non solo per mancanza di risorse pubbliche. Abbiamo anche investito in tecnologie troppo pesanti, come le Lavagne Interattive Multimediali, che hanno da una parte ipotecato l’uso delle nostre risorse per innovare la didattica, dall’altra parzialmente ingombrato le nostre classi, spaventando alcuni docenti. La tecnologia non deve spaventare. Deve invece essere leggera e flessibile”.
E quindi spazio alla banda larga e al wi-fi, che permetteranno il Byod (Bring Your Own Device), letteralmente “porta il tuo dispositivo”, per cui la didattica verrà fatta sui dispositivi di proprietà degli studenti. Chi non ha un tablet proprio dovrebbe ricevere un aiuto dalle istituzioni per acquistarlo. E le Lim? Al macero, conclude Skuola.net.
Peraltro già Maria Chiara Carrozza, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca nel precedente governo Letta, aveva dichiarato l’anno scorso in un’intervista al Corriere delle Comunicazioni: “Dobbiamo cambiare rotta rispetto all’idea della Lim di Stato. È finita l’epoca in cui si acquistano piattaforme di Stato”.
Ora, nei “1.000 giorni” delle riforme annunciate da Matteo Renzi, si prevede una scuola molto digitale: banda larga per tutti gli istituti, lezioni di programmazione informatica a partire dalle primarie, corsi per “digital makers” nelle secondarie, solo per fare qualche esempio.