CYBERSECURITY

Mit: “Gli hacker sono i topi d’appartamento del futuro”

La Technology review dell’università Usa anticipa uno studio secondo cui entro il 2020 saranno oltre 50 miliardi i dispositivi connessi al web. Un “paradiso” per i pirati informatici, che potranno approfittare delle vulnerabilità delle connessioni per attaccare e tentare di derubare le loro vittime

Pubblicato il 07 Set 2014

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La figura più temuta nell’immaginario collettivo del futuro non sarà più topo d’appartamento, ma l’hacker. Che potrà ottenere risultati “criminali” più brillanti operando online piuttosto che armandosi di torcia e mascherina. Man mano che le case saranno sempre più connesse a Internet, i punti deboli della sfera privata di ogni cittadino saranno i dispositivi come tv, lettori Dvd o stampanti collegati online, che potranno essere il cavallo di Troia che i malintenzionati utilizzeranno per impadronirsi delle informazioni e delle password delle loro vittime.

Secondo recenti rilevazioni di Cisco, nel mondo ci sono 10 miliardi di dispositivi collegati in case e uffici, che entro il 2020 diventeranno 50 miliardi. “Collegando un nuovo dispositivo al modem Wi-Fi o alla rete a banda larga della vostra abitazione, potrebbe aumentare il rischio di violazione di password e dati dal computer di casa tua”, spiegano gli esperti del Mit Technology Review anticipando sulla loro rivista i primi risultati di un’analisi condotta da Kaspersky Lab sugli “effetti collaterali di avere
sempre più dispositivi domestici connessi a Internet”.

“Ormai la maggior parte dei consumatori sono consapevoli del fatto che la cyber security è un problema importante per i loro computer portatili e Pc – commenta David Jacoby – ricercatore per la sicurezza di Kaspersky Lab – I consumatori non si rendono conto che gli apparecchi come televisori, lettori Dvd e stampanti che si collegano a una rete domestica sono vulnerabili a simili minacce”.

Secondo l’analisi anticipata dalla Mit Technology Review, Jacoby “è arrivato a compilare una lunga lista di punti deboli in diversi prodotti di uso quotidiano, e sta lavorando con i produttori per risolverli prima di fare una relazione pubblica per evidenziare la gravità del problema”.

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