L’accordo con i sindacati sui 154 esuberi di Nokia solutions network non è stato raggiunto, e l’azienda ha confermato le procedure di mobilità che aveva annunciato a luglio.
Conclusosi con un nulla di fatto l’incontro di ieri al Ministero dello sviluppo economico, prima della conclusione della procedura ne mancano ancora due, quello del 18 e quello del 25 settembre, sempre al Mise.
A rappresentare i lavoratori durante la trattativa c’erano i Fim, Fiom e Uilm, mentre per Nokia era presente Maria Varsellona, membro italiano del board, che nella multinazionale finlandese ricopre la carica di vicepresidente con delega all’ufficio legale.
I sindacati si aspettavano dall’incontro di ieri la disponibilità a rivedere i numeri delle procedure di mobilità per poter iniziare una trattativa: ma l’azienda avrebbe preferito rimanere ferma sulle proprie posizioni, e sulla disponibilità di concedere al massimo la cigs per 12 mesi, senza nessuna disponibilità a ritoccare i numeri.
Da parte loro i sindacati si aspettavano che Nokia coinvolgesse anche le proprie strutture italiane nel suo ritorno al business dei ponti radio, e che questa nuova opportunità potesse influire positivamente sulla vertenza.
In una dichiarazione al Sole24ore Nsn ricostruisce la vicenda, puntualizzando che gli esuberi sono “posizioni residuali del personale in esubero dichiarato nel 2012”, all’interno del piano da 580 taglia allora varato da Nokia Siemens.
“E’ una contraddizione che Nsn continui a dichiarare esuberi in Italia – dice al quotidiano Ariel Hassan, segretario di Uilm Roma – mentre annuncia piani globali di crescita”