LO STUDIO

The Economist: “Ruolo del Cio destinato a cambiare profondamente”

Secondo uno studio dell’Economist Intelligence Unit per Emc il Chief information officer dovrà lavorare a stretto contatto con il Line of business executive e gestire sempre più soluzioni di terzi. La sfida è capire come cambiare tutta l’organizzazione aziendale, non solo le singole divisioni

Pubblicato il 10 Set 2014

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L’IT ha sempre più un impatto decisivo sul successo di una organizzazione. Per questo motivo i line-of-business executive vorrebbero poter assumere un controllo più diretto delle scelte in campo IT, per assicurare il massimo livello di innovazione e il massimo vantaggio possibile. Al contempo, i Chief Information Officer e altri professionisti IT sono chiamati a capire come la tecnologia possa aiutare lo sviluppo dell’intera organizzazione, non solo quello di una singola divisione.

A fotografare la situazione attuale e le tendenza in questo campo per i prossimi tra anni è l’ultimo studio realizzato da The Economist Intelligence Unit per Emc, “A blended future: the changing mix of IT service delivery and consumption”, che evidenzia come grazie all’ampia disponibilità di tecnologia e di servizi, il ruolo dei Chief information Officer (Cio) e dei Line-Of-Business (LOB) cambierà nei prossimi anni.

“L’adozione di tecnologie dall’esterno – Spiegano da Emc – cambierà profondamente il ruolo del Cio nei prossimi anni. Un quarto degli intervistati pensa che i Cio avranno, nei prossimi tre anni, maggiori responsabilità circa la gestione della sicurezza, dei rischi e della compliance. Una percentuale simile ritiene che il ruolo dei Cio avrà un peso maggiore circa la gestione delle informazioni e delle analisi dei dati (25%), quella dell’IT service (25%), e dei vendor IT (21%). Solo il 12% degli executive intervistati prevedere che le funzioni tradizionali dei Cio, quali gestione delle infrastrutture tecnologiche e lo sviluppo delle applicazioni interne aumenterà sostanzialmente nel corso dei prossimi tre anni”.

Secondo i risultati dello studio sia i Lob sia i Cio riconoscono che per ottenere i loro obiettivi è necessaria una stretta collaborazione e l’accettazione di una situazione che sta diventando sempre più ibrida, dove vige la compresenza e l’integrazione di tecnologie e servizi sia sviluppati internamente sia da terze parti, con la crescente necessità di una integrazione tra funzionalità It interne con risorse esterne.

“Attualmente, i Lob sono coloro che ricorrono più facilmente a servizi IT di terze parti – sottolinea lo studio – considerati più tecnologicamente maturi per le loro esigenze di business, più facilmente e rapidamente reperibili, più economici. Queste scelte però non sono determinanti o sufficienti per assicurare un vantaggio competitivo all’azienda per cui lavorano. I servizi di terze parti a cui maggiormente i Lob ricorrono riguardano l’area comunicazioni (59% degli intervistati), storage e back-up (54%), server (48%), web hosting (44%)”.

Il 63% degli executive intervistati, infine, è convinto che, nei prossimi tre anni, ci sarà un aumento considerevole di tecnologie e servizi di terze parti, ma gestite internamente.

Dal sondaggio emerge che ci sono già aziende che stanno adottando misure concrete per un modello di erogazione dei servizi IT misto, promuovendo la collaborazione tra Cio e Lob: “incentivando la partecipazione diretta a riunioni del top management – spiega la nota – e il coinvolgimento nella definizione dei target da raggiungere oltre nella condivisione delle metriche per la misurazione dei risultati”.

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