Le scuole italiane sono tra le ultime in Europa per disponibilità di collegamenti a Internet in banda larga. E per il decollo della scuola digitale servirebbero 650 milioni di euro all’anno. E’ la stima del Censis, che parla di 7,9 euro al mese per studente, “da finanziare con nuovi impegni di spesa sul bilancio dello Stato o delle amministrazioni territoriali, o con un maggiore coinvolgimento dei privati”.
“Avviare la transizione verso un’infrastruttura didattica moderna nell’assetto e robusta in qualità educativa significa operare in due direzioni: sulle risorse umane e sulle dotazioni strutturali”, spiegano dal centro studi, sottolineando come con il recente piano per la scuola, il governo abbia promesso la stabilizzazione di 148.000 docenti a tempo determinato, prevedendo un saldo netto da finanziare di circa 3 miliardi di euro per il 2015.
Pubblicando l’ottavo “Diario della transizione” il Censis sottolinea, all’interno di un discorso più ampio su tutto il mondo della scuola, come secondo le migliori pratiche internazionali, la didattica digitale richiede connessioni veloci e reti robuste: almeno 100 Mbps oggi e, in prospettiva, almeno dieci volte tanto fra tre anni. “A causa del gravissimo ritardo negli investimenti di rete, oggi il nostro Paese non è in grado di far fronte a questa domanda – proseguono dal Censis – Secondo gli obiettivi europei, nel 2020 il 100% della popolazione dovrebbe essere connesso ad almeno 30 Mbps e il 50% ad almeno 100 Mbps. Ma oggi le aree territoriali oggetto di nuovi investimenti per le connessioni veloci coprono solo il 20% della popolazione italiana. Dopo la chiusura nel 2013 del progetto Scuole nell’ambito del Sistema pubblico di connettività (Spc), le scuole hanno visto azzerati i contributi”. Prevedere, in termini anche più modesti rispetto agli altri Paesi, di arrivare a connessioni standard nelle scuole di almeno 30 Mbps equivale a stimare per l’anno prossimo costi correnti per circa 650 milioni di euro, dei quali 184 milioni per la connettività, 274 milioni per la sicurezza e 192 milioni per l’utilizzo delle infrastrutture e delle apparecchiature tecnologiche, spiegano dal centro studi: “Tradotto in costo medio, il Censis – si legge nella nota – stima una bolletta per internet veloce nelle scuole ‘chiavi in mano’ di 7,9 euro al mese per studente. Economie di scala sono possibili. Un piano di connettività basato su una copertura non dei singoli istituti, ma dei distretti scolastici, ad esempio, farebbe scendere la bolletta internet a 6,5 euro al mese per studente”.