Crisi economica alle spalle e rapido ritorno alla crescita per gli
operatori telecom dell’Europa occidentale? Non nell’immediato
futuro, secondo Analysys Mason: la spesa degli utenti finali è
diminuita del 4,4% nel 2009 e scenderà ogni anno dell’1,8% fino
al 2012. Secondo lo studio intitolato “The Western European
telecoms market: trends and forecasts 2009-2014”, a frenare la
crescita delle entrate dei servizi telecom si uniscono due fattori
fondamentali: mercati maturi in alcuni segmenti chiave e le
conseguenze della crisi, che si faranno sentire ancora per qualche
anno. In particolare, le strategie di pricing usate dagli operatori
dell’Europa occidentale (Italia compresa) per superare la fase di
recessione renderanno difficile il ritorno alla crescita delle
revenue.
"Le aggressive strategie di prezzo adottate hanno alterato la
percezione dei consumatori del valore e del prezzo dei servizi”,
nota Rupert Wood, principal analyst e autore del report. "Gli
operatori troveranno difficile far spendere di più sui nuovi
servizi”. Le previsioni degli analisti individuano alcune aree di
crescita, ma non saranno sufficienti a compensare il generale
declino delle entrate dei servizi core. Tra le aree più
promettenti ci sono il broadband mobile basato su modem (ovvero le
chiavette: una nuova fonte di revenue, che secondo il report
crescerà a un tasso annuale composito del 33% fino al 2012). La
banda larga fissa crescerà nello stesso periodo del 4%, ma gli
operatori troveranno difficile convincere gli utenti a spendere di
più per l’accesso su reti di nuova generazione.
Lo studio rileva anche una netta spaccatura nelle abitudini di
spesa degli utenti di telefonia mobile: “Da un lato chi non sale
oltre i contratti di tipo Sim-only, dall’altro un gruppo, in
forte crescita, di entusiasti dello smartphone", spiega Yanli
Suo-Saunders, senior analyst e co-autore del report. "Le
nostre previsioni indicano un Cagr dell’11% per il traffico dati
(non messaggistica) sui cellulari fino al 2012, ma tale crescita
sarà frenata dalla percezione sempre più rigida da parte dei
consumatori di quanto dovrebbe costare un contratto di telefonia
mobile”.
Un’evoluzione interessante emersa lo scorso anno è il
rallentamento della sostituzione della telefonia fissa con quella
mobile, secondo Analysys Mason. “La crisi economica spiega in
parte questo trend: spesso gli utenti pensano, spesso a torto, che
i servizi voce fissi siano migliori e meno costosi”, dice Stephen
Sale, senior analyst e co-autore dello studio. "Tuttavia la
diffusione del VoIp tra i principali operatori telecom dimostra che
i servizi voce fissi, al giusto livello di prezzo, possono ancora
avere un impatto significativo sul mercato complessivo dei servizi
voce”.