LO STUDIO

Tecnologie, il vantaggio delle aziende “first mover”

Verizon-Harvard Business Review: per il 57% delle imprese mondiali l’IT è il fattore principale per la crescita del business. Favoriti i “pionieri”: crescono il doppio dei “follower”

Pubblicato il 16 Set 2014

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La tempestiva adozione di nuove tecnologie conduce a migliori risultati di business: lo dice il nuovo studio di Harvard Business Review (HBR) Analytic Services intitolato “The digital dividend – First mover advantage”: i risultati evidenziano come i “Pionieri” It, ovvero quelle aziende identificate nel report come fortemente convinte dei benefici derivanti dall’adozione di nuove tecnologie e che perseguono il vantaggio della prima mossa, siano più avanti rispetto ai loro concorrenti in termini di crescita del fatturato e posizione sul mercato. Il 20% di queste aziende ha registrato infatti una crescita del fatturato superiore al 30%, oltre il doppio rispetto alle aziende identificate dallo studio come “Follower” (quelle che restano a guardare e investono solo dopo che i vantaggi sono stati comprovati) e il triplo delle aziende “Prudenti” (quelle che aspettano fino a che una tecnologia non sia del tutto consolidata).

Sponsorizzato da Verizon Enterprise Solutions, lo studio si basa su interviste condotte tra 672 leader tecnologici e di business di tutto il mondo per capire l’impatto di quelle che HBR Analytic Services definisce le tecnologie “Big Five”: mobile, social, cloud computing, advanced analytics e comunicazioni machine-to-machine (M2M).

“Le aziende che vogliono primeggiare devono innovare costantemente e questo studio dimostra come la tecnologia sia un importante fattore abilitante per la crescita del business”, dichiara Tony Recine, Chief Marketing Officer di Verizon Enterprise Solutions. “Lo studio di HBR Analytic Services dimostra come le tecnologie Big 5 siano ora considerate un motore di crescita che crea nuovi modelli di business e cambia il modo in cui le aziende interagiscono con i loro clienti. Aspetto più importante, il valore di queste nuove tecnologie risiede non tanto in quello che le stesse possono raggiungere di per sé, quanto nella loro forza quando sono combinate all’interno di una soluzione olistica”.

Lo studio ha definito tre atteggiamenti verso l’adozione tecnologica: Pionieri It (34% del campione), Follower (35%) e Prudenti (30%). Il 57% di tutti gli intervistati considera l’It come un investimento che genera innovazione e crescita. Il 54% di tutti i Pionieri It identifica la tecnologia come fattore di spinta di un cambiamento significativo dei propri modelli di business, mentre il 52% la considera come causa di un cambiamento significativo nei prodotti e nei servizi venduti. Di contro, solo il 29% delle aziende appartenenti alla categoria Follower e il 10% di quelle inserite nella categoria Prudenti considerano la tecnologia come fattore di cambiamento dei propri modelli di business.

Tuttavia la ricerca ha rilevato un’adozione significativa di varie forme di tecnologia tra tutti gli intervistati. Per esempio, il 73% utilizza il cloud computing, il 61% ha ampiamente adottato la mobilità, l’83% sfrutta social media e strumenti di collaborazione per finalità di business, e il 20% utilizza in modo estensivo le tecnologie M2M.

Lo studio ha anche identificato ostacoli nell’adozione di nuove tecnologie, con il 34% degli intervistati che evidenzia come le tecnologie legacy rallentino l’innovazione e il 44% che segnala l’esigenza di maggior flessibilità culturale per potersi adattare e sfruttare le nuove tecnologie in modo da creare nuovi modi di fare business. La ricerca dimostra anche come la collaborazione tra i vari dipartimenti sia critica e che la separazione dell‘It dalle operazioni di business o la sua collocazione all’interno di silos funzionali possano costituire uno svantaggio significativo per un’azienda.

“Le nuove tecnologie possono fornire un reale vantaggio competitivo, ma un’azienda deve impegnarsi a utilizzare la tecnologia per creare nuovi processi e modelli di business”, commenta Angelia Herrin, Research and Special Projects Editor di Harvard Business Review. “Le aziende devono diventare più flessibili in termini di implementazione tecnologica e rendere l’innovazione parte della propria cultura per concretizzare il reale valore di business”.

Lo studio ha riscontrato anche delle variazioni nell’adozione di nuove tecnologie a seconda di aree geografiche e settori verticali. Ad esempio, nonostante siano utenti tecnologici convinti, le organizzazioni finanziarie rientrano molto più spesso nella categoria dei Follower e di coloro che preferiscono evitare rischi a causa di una combinazione di rigorose normative di settore e di sensibilità nei confronti della gestione dei dati finanziari.

Ma diversi settori produttivi ottengono vantaggi significativi dall’adozione di nuove tecnologie, come Energia & Utility (il 43% degli intervistati che operano in questo settore afferma di credere ai benefici della tecnologia), la Sanità (dove il 90% conferma che la tecnologia ha portato cambiamenti nei prodotti e nei servizi offerti e il 72% si avvale del cloud computing) e la Pubblica amministrazione (il 64% degli intervistati considera l’It come un investimento che produce innovazione, sebbene solo il 18% sia interessato al vantaggio della prima mossa rispetto a una media complessiva dello studio pari al 34%. Alla domanda relativa a cosa servirebbe per promuovere una maggiore adozione, gli intervistati hanno segnalato la necessità di più flessibilità culturale). Nelle società di tecnologia, il 62% crede nel vantaggio della prima mossa, con il 30% degli intervistati che ha sottolineato come la tecnologia abbia significativamente migliorato la propria differenziazione competitiva rispetto a una media complessiva dello studio pari al 15%.

Quanto alle aree geografiche, i mercati in crescita come l’America Latina, il Medio Oriente e l’Africa sono classificati soprattutto come Pionieri. I mercati consolidati come l’Asia, l’Europa e il Nord America dimostrano più facilmente di aver superato le sfide causate da tecnologie legacy ormai obsolete. Tuttavia sono le aziende asiatiche ad aver registrato il cambiamento più considerevole nello sviluppo dei prodotti (41%) grazie a una significativa adozione tecnologica rispetto a quelle europee (28%) e a quelle nordamericane e del resto del mondo (30%).

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