Tariffe “sociali” accessibili a chi non dispone di un reddito elevato, in particolare anziani e gruppi più vulnerabili, in modo da diffondere il più possibile i benefici culturali, sociali ed educativi che la banda ultralarga può offrire. Accade a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, dove un anno fa veniva annunciato il progetto denominato “Pieveloce”, che trasformava questo Comune, di appena 7mila abitanti, in un laboratorio dove sperimentare un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Se n’è parlato oggi in Regione nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato l’assessore alle Reti di infrastrutture materiali e immateriali Alfredo Peri, il sindaco Sergio Maccagnani, il direttore generale di Lepida, Gianluca Mazzini, e il procuratore di Nexus, Andrea Fini. Il modello di Pieve di Cento, se replicato, potrebbe consentire di superare il digital divide nei confronti della banda ultralarga anche nei piccoli e medi centri urbani, a fallimento di mercato per i grandi operatori di telefonia. Un esperimento sinora unico in Italia, che ha visto il Comune mettere a disposizione le infrastrutture, l’operatore locale Nexus investire nella realizzazione del cablaggio in fibra ottica sfruttando la collaborazione di Lepida, società in house di telecomunicazioni e servizi online degli enti locali emiliano-romagnoli.
Dopo solo quattro mesi dall’inaugurazione del primo lotto di banda ultralarga (Bul), avvenuta il 30 marzo a Pieve di Cento, la copertura del centro storico ad oggi è già terminata, con l’attivazione di 20 linee ed oltre 70 in lavorazione. Entro la fine dell’anno l’intero territorio comunale sarà coperto. Cittadini e imprese dispongono quindi della banda ultralarga fino a casa (o alla sede) grazie alla tecnologia Ftth (Fiber To The Home), che oggi fornisce le maggiori performance possibili consentendo alla fibra ottica di arrivare direttamente all’utenza senza intermediazioni di altre tecnologie.
Dall’ultimo rapporto Istat emerge che in Italia persistono differenze sociali e generazionali nell’accesso ai beni e ai servizi tecnologici. È sufficiente pensare, ad esempio, che soltanto il 12,7% delle famiglie composte da soli anziani dispone di una connessione. Pieve di Cento, già primo esempio virtuoso di smart city in Emilia-Romagna, fa un passo in avanti offrendo soluzioni per collegare alla banda ultralarga persone anziane e gruppi sociali più vulnerabili. In quest’ottica Nexus ha deciso di riservare una maggiore attenzione a due fasce sociali più deboli: gli over 70 e le persone disabili. Per entrambe è stata creata un’opzione a 19 euro al mese iva inclusa per una linea 10Mb/10Mb, rispetto ai 25,21 euro standard, oppure a 30 euro per linea Internet 10/10Mb e telefonia Flat (Cellulari e Fissi Nazionali inclusi senza scatto alla risposta) rispetto ai 39 euro standard.
“Non siamo di fronte ‘solo’ a un’occasione per allargare la mappa del territorio coperto – ha sottolineato durante la conferenza stampa l’assessore regionale alle Reti di infrastrutture materiali e immateriali Alfredo Peri – ma anche all’interno del percorso che abbiamo cercato di delineare negli ultimi anni, e cioè una forte attenzione ai diritti dei cittadini e delle comunità in quest’era digitale. Nel caso di Pieve di Cento, attraverso una riflessione sulla ‘mappa del bisogno’, l’accesso ai servizi viene garantito, con l’intervento della pubblica amministrazione e di un operatore, in un’ottica di welfare digitale”.
“Lepida è davvero soddisfatta di aver dato il via a questa tipologia di iniziative – ha dichiarato Gianluca Mazzini, direttore di Lepida – dove operatori piccoli si sposano a Comuni piccoli, realizzando modelli di partnership pubblico/privati reali e concreti. I piccoli Comuni diventano sempre più dei laboratori, e Pieve di Cento è il capofila, dove implementare nuove idee basate sulla banda ultralarga. L’esempio delle tariffe sociali apre a una nuova dimensione di soggetti in rete che sono importanti nel momento in cui la rete sta diventando sempre più la forma per socializzare e comunicare. Le idee lanciate da Pieve di Cento si stanno poi diffondendo, a macchia d’olio, verso tanti altri Comuni di analoghe dimensioni”.
Per il sindaco di Pieve di Cento, Sergio Maccagnani, “la banda ultralarga qui è già realtà. Una grande opportunità per le famiglie e le imprese. Ma non solo. Abbiamo anche caldeggiato la predisposizione di un’offerta specifica per gli ultrasettantenni di Pieve, che rappresentano il 18% dei nostri cittadini. Nexus applicherà dunque una tariffa ‘sociale’ per tutti i residenti che faranno un’autodichiarazione, al momento del contratto, e che il Comune provvederà a controllare. Un bel segnale che, accompagnato ai corsi che periodicamente si svolgono sul territorio, aiuterà a ridurre il digital divide. Oltre agli ultrasettantenni, la tariffa sociale riguarderà i nuclei famigliari con la presenza di un soggetto coabitante con disabilità”.
“Pensiamo che infrastrutturare un paese non significhi solamente cambiar tecnologia di connessione, sicuramente affascinante per gli utilizzatori classici, ma riteniamo sia importante che, grazie a questa rete, una delle pietre miliari sia non solo l’aspetto tecnico e tecnologico, ma anche ‘non lasciare indietro nessuno’” ha spiegato il procuratore di Nexus, Andrea Fini. “Mi riferisco, in particolar modo, alle fasce sociali deboli. Riteniamo che, in questo periodo, sia giusto che ognuno faccia la propria parte, e se da un lato come azienda investiamo per infrastrutturare Comuni interi, dall’altro cerchiamo di rendere il più possibile accessibile il costo delle linea per queste fasce”.