Quella che si preannuncia come la più grande Ipo della storia degli Stati Uniti è alla stretta finale. E in vista dell’approdo a Wall Street la grande richiesta che proviene dagli investitori ha portato Alibaba a innalzare la forchetta di prezzo a 66-68 dollari per azione, con la stima precedente che invece si assestava tra i 60 e i 66 dollari.
Un prezzo che se tra tre giorni sarà confermato dai fatti potrà consentire al gigante dell’e-commerce cinese di rastrellare al suo debutto fino a 25 miliardi di dollari.
Sul mercato finiranno approssimativamente 320 milioni di azioni, e con l’Ipo la compagnia potrebbe raggiungere un valore di mercato che, secondo le stime di Forbes, potrebbe arrivare a 168.
Con la quotazione in borsa Alibaba vuole cogliere l’occasione di espandersi in America e in Europa, senza però rinunciare al suo punto di forza, il business to business in Asia. Ma per riuscirci dovrà aumentare la propria popolarità negli Usa, dal momento che un recente studio di Ipsos per l’agenzia Reuters stima che l’88% degli americani non ne conosca il brand. Un’altra prospettiva per l’espansione sarà quella di passare dalle vendite all’ingrosso a quelle al dettaglio, senza contare che è probabile che il gruppo possa impegnarsi in una serie di acquisizioni per rafforzarsi sul nuovo mercato.
Finora Alibaba si è limitata a spendere 200 milioni di dollari per prendere una quota di ShopRunner, una società di vendite online al dettaglio, rivale del Prime service di Amazon. E un’altra possibilità per dare una spinta decisa al livello di popolarità in Usa potrebbe essere quella di sponsorizzare una grossa squadra sportiva statunitense, come ha già fatto in Cina dove Alibaba detiene una partecipazione nel Guangzhou, la squadra di calcio allenata da Marcello Lippi. Quanto ai takeover, tra i candidati secondo gli addetti ai lavori oltreoceano ci sono Snapchat e Kik per la messaggistica istantanea, la casa di produzione cinematografica Lions Gate, il gruppo di streaming Tv Roku, i servizi di coud computing Akamai e Rockspace, mentre c’è anche chi è pronto a scommettere su un’offerta per rilevare il controllo di Yahoo!.
Guardando indietro nella storia dei record delle quotazioni in borsa, il primato per gli Usa oggi spetta a Viva, che nel 2008 raccolse un’offerta da 19,7 miliardi di dollari. Ma Alibaba potrebbe superare il record di raccolta dell’Agricultural Bank of China che ottenne 22,1 miliardi di dollari dall’initial public offering del 2010 ad Hong Kong e Shanghai. Ma i veri e propri competitor di Alibaba saranno in questo campo Amazon e EBay.
In vista dell’Ipo, però, emergono anche i dati sulla popolarità di Alibaba negli Usa: un’indagine Ipsos condotta per conto dell’agenzia Reuters evidenzia che l’88% dei cittadini americani non conoscono l’azienda, e questo potrebbe rivelarsi un limite importante sia in vista della quotazione a Wall street, e sia in vista di una potenziale espansione dei servizi sul mercato americano.
Sulle sue due piattaforme Taobao e Tmall il gruppo cinese conta 280 milioni di compratori attivi e 8,5 milioni di venditori. In pratica Alibaba, fattura più di Amazon e eBay messe insieme e concentra l’80% delle vendite online in Cina, un paese dove le imprese operano soprattutto via Internet. La società è stata fondata nel 1999 da Jack Ma, un ex professore di inglese, 49 enne, che ora si ritrova tra le mani un colosso che vale intorno ai 150-160 miliardi di dollari, più o meno come Facebook. Oggi Alibaba è controllata per il 37% dalla giapponese Softbank e per il 24% dall’ americana Yahoo!.