Il recente caso dell’hacker che ha violato gli account iPhone delle celebrità mettendo online le foto osè di cantanti e attrici ha riportato ancora una volta alla ribalta il tema della sicurezza dei device connessi a Internet e dell’efficacia dei sistemi di autenticazione. Le società di security non si stancano di raccomandare a utenti non sempre molto accorti o prudenti di usare password complesse e non banali e di sfruttare la protezione offerta dalla verifica two-step ma certo il sistema più sicuro è quello che fa del nostro corpo, unico e irripetibile, l’unica vera parola d’ordine per l’accesso, dall’impronta digitale all’iride.
In questo settore, un gruppo di scienziati canadesi ha studiato una soluzione inedita, forse la più sicura possibile: il riconoscimento basato sul battito cardiaco. Il team di Toronto ha sviluppato un bracciale elettronico che può usare il ritmo del cuore, esattamente come quello che viene misurato con l’elettrocardiogramma (Ecg), come sistema di autenticazione universale, valido cioè per accedere a qualunque device e servizio, dall’email allo sblocco dello smartphone.
In un recente intervento alla conferenza Tedmed negli Stati Uniti, l’ingegnere esperto di sicurezza biometrica Foteini Agrafioti, che ha guidato il team di ricerca canadese e co-fondato la società Bionym, di cui è chief technology officer, ha spiegato che il cuore è diverso in ogni singolo individuo – dalla forma all’orientamento nel torace al modo in cui pompa il sangue — e può perciò rappresentare la password di sicurezza ideale. E intanto si può provare nel bracciale Nymi messo a punto dalla sua società, che autentica sulla base dell’Ecg, disponibile in preordine sul sito dell’azienda a 79 dollari.
“Vogliamo rendere l’autenticazione facile e immediata”, ha affermato Karl Martin, co-fondatore e Ceo di Bionym. Anche Apple ha un sistema di autenticazione biometrica, il TouchId, basato sulle impronte digitali, ma richiede che la persona si autentichi ad ogni singola transazione, mentre col bracciale Nymi non occorre far nulla: è il bracciale che misura all’utente l’Ecg, lo riconosce e lo autentica automaticamente.
Fantascienza? L’azienda Nymi sta già collaborando con società che sviluppano sistemi di pagamento e piattaforme di autenticazione e anche con agenzie di viaggi per spingere a un’adozione diffusa. “Il futuro della sicurezza è nelle parti del nostro corpo che non si possono sottrarre o imitare, che sono biologicamente uniche”, ha dichiarato la Agrafioti. Tra queste ci sono le labbra, la lingua, i pori del naso e persino le emissioni acutiche delle nostre orecchie. “Noi siamo riusciti a inserire minuscoli microfoni nelle cuffie così il vostro lettore musicale si sblocca per l’uso solo quando appoggiate le vostre orecchie”, ha sottolineato la Agrafioti. “La tecnologia ha fatto passi da gigante ma nell’autenticazione siamo ancora indietro”. Password tradizionali e pin insomma sono arcaici: prepariamoci a sbloccare o attivare i nostri device, in ufficio e a casa, con sistemi molto più “innovativi”.